Spirit in the Sky: Norman Greenbaum e la versione psichedelica del boogie di John Lee Hooker

Spirit in the Sky: Norman Greenbaum e la versione psichedelica del boogie di John Lee Hooker

Norman Joel Greenbaum è un cantautore e chitarrista, originario di Malden ma attivo musicalmente tra Boston, Los Angeles e San Francisco. Ricevuta un’educazione religiosa e culturale di matrice ebraica alla Congregation Beth Israel di Malden, studia musica alla Boston University e si trasferisce a Los Angeles. Nella città della California, fonda il suo primo gruppo vero e proprio, i Dr. West's Medicine Show and Junk Band, e ottiene un contratto con l’etichetta A Go Go Record. La jug band, con l’unico LP The Eggplant That Ate Chicago del 1967 e gli sparuti singoli del 1966-1967, si pone in una via mediana tra la proposta tradizionale portata avanti da Jim Kweskin and the Jug Band e Even Dozen Jug Band e l’aggiornamento psichedelico attuato da Country Joe & the Fish e Lovin’ Spoonful. L’impianto e l’arrangiamento delle canzoni della band è quello classico ma la grafica e i testi sono in sintonia con la cultura floreale: si tratta quindi di una versione psichedelica della jug band music abbastanza superficiale. Solo l’ultimo 45 giri del gruppo, “Jigsaw/Bullets La Verne” del 1968, apre in maniera più sostanziale alle sonorità della nuova generazione, grazie all’impiego di una chitarra con effetto fuzz sul lato A. È questa piccola ma significativa innovazione formale a contribuire al primo e unico successo da solista di Greenbaum, “Spirit in the Sky”.

Dopo lo scioglimento della band, il cantautore entra in contatto con il produttore Erik Jacobsen, firma un contratto discografico con la Reprise Records e si sposta a San Francisco. Ispirato da un’esibizione in tv del cantante country Porter Wagoner, Greenbaum compone, nel giro di quindici minuti, “Spirit in the Sky”. Si tratta di un brano pop a livello melodico, basato sul ritmo boogie di John Lee Hooker ma realizzato con l’effettazione di Jimi Hendrix. Nonostante l’artista resti fedele all’ebraismo, “Spirit in the Sky” è una canzone a tema cristiano e non a caso, a sostegno della voce solista, trovano spazio un coro gospel e un battimano come in certi pezzi del periodo di Delaney & Bonnie. Il pezzo viene inciso in uno studio di registrazione di San Francisco nel 1969: Norman Greenbaum alla voce alla chitarra è accompagnato da Russell DaShiell alla chitarra e Doug Killmer al basso, Norman Mayell alla batteria e Lillian, Netta e Joyce Stovall ai cori. In sala d’incisione, Greenbaum si fa carico della parte ritmica maggiormente distorta mentre DaShiell si occupa della parte solista più pulita: l’intreccio delle due chitarre passa alla storia e ne decreta una sorprendente scalata della classifica. E così uno strano pezzo pop con coro gospel, in bilico tra “Boogie Chillen’” e “Voodoo Chile”, giunge alla ribalta presso il pubblico internazionale.

Rispetto ai tentativi di rilettura del diddley beat da parte di Brian Jones e Syd Barrett, l’esperimento di Greenbaum sembra tanto efficace, dal punto di vista commerciale, quanto esteriore, sotto il profilo della ricerca. “Spirit in the Sky” non segna uno scarto determinante rispetto alla musica di John Lee Hooker o Jimi Hendrix ma vanta una grande qualità: l’immediatezza. In virtù di questo pregio, John Lennon, nel corso del 1970, dimostra particolare apprezzamento per questo pezzo come per un altro esempio di semplice rock’n’roll: “I Hear You Knocking” di Dave Edmunds. “Spirit in the Sky” coglie lo spirito del tempo e anticipa brani glam, figli del boogie e del diddley beat, come “Get It On” di Marc Bolan, “Rock and Roll" di Gary Glitter e soprattutto “My Coo Ca Choo” di Alvin Stardust. Nessun altro pezzo di Greenbaum riesce però a ottenere il successo di classifica e l’enorme clamore del singolo di punta oscura un canzoniere disseminato di brani piacevoli. D’altra parte i tre LP Spirit in the Sky del 1969, Back Home Again del 1970 e Petaluma del 1972 e i 45 giri di contorno contengono canzoni progressivamente meno interessanti e gradualmente synth e wah lasciano il posto agli strumenti tradizionali. Greenbaum intanto affianca alla carriera musicale la vita rurale: prima ripiega su forme musicali più convenzionali e poi si ritira dalle scene.

Norman Greenbaum pubblica nel 1969 i 45 giriSpirit In the Sky/Tars Of India” e “Spirit In the Sky/Milk Cow” per la Reprise Records. Russell DaShiellDoug Killmer sono membri dei Crowfoot, Norman Mayell è il percussionista dei Sopwith Camel mentre le tre sorelle Lillian, Netta e Joyce Stovall sono le Stovall Sisters, terzetto gospel responsabile di una cover di “Spirit in the Sky” l’anno successivo.

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