Street and Gangland Rhythms: ritmi e improvvisazioni di sei ragazzi in difficoltà

Street and Gangland Rhythms: ritmi e improvvisazioni di sei ragazzi in difficoltà

Intorno al 1955, a New York, il ricercatore E. Richard Sorenson registra sei ragazzi afroamericani, di undici e dodici anni, presso la loro scuola. I giovani musicisti, residenti in alloggi pubblici, hanno trascorsi con servizi sociali e tribunali minorili. E molti di loro sono componenti di gang di strada. Davanti ai microfoni, i ragazzi imbastiscono ritmi e canti in modo spontaneo e divertito. In sostanza, la musica del sestetto affonda nella cultura nera di Harlem. Ma nell’approccio naïf alla materia, pesano almeno altri due fattori: le tradizioni caraibiche e i successi radiofonici. In questo senso, folk e popular si amalgamano con naturalezza. Il materiale registrato, in parte strumentale e in parte cantato, è realizzato con varie percussioni: tamburi, bacchette, maracas, campane e bottiglie. Nelle tracce cantate, talvolta i ragazzi si limitano a emettere semplici suoni per accompagnare la parte ritmica. Nei brani più assimilabili alla forma canzone, invece, rielaborano tematiche della tradizione o improvvisano racconti di vita. E così si trovano a cantare, spesso sconfinando nel rap, testi sui demoni Bo Diddlie e Great Gugamuga o lamentazioni sul bisogno di denaro o sulla paura della polizia. Tra i problemi della strada e le norme della scuola, le jam estemporanee rappresentano, per i ragazzi, l’unico strumento espressivo a loro disposizione. L’LP Street and Gangland Rhythms Beats and Improvisations by Six Boys in Trouble esce nel 1959 per la Folkways Records. E le tracce sono suddivise in cinque sezioni per tenere disgiunti i vari stili.

Street And Gangland Rhythms Beats and Improvisations by Six Boys In Trouble esce nel 1959 per la Folkways Records.

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