She: un singolare gruppo femminile

She: un singolare gruppo femminile

Nel 1964 a Sacramento in California, Nancy Ross, dopo un concerto dei Beach Boys, decide di fondare una band tutta al femminile insieme a sua sorella Sally. Durante gli anni di attività, il nome del progetto cambia varie volte, passando da Toads a Id, da Hairem a She. Se le prime due sigle sembrano scelte estemporanee, Hairem, gioco di parole tra “harem” e “hair”, e She, omaggio a un libro di Henry Rider Haggard, ben rappresentano la prima e la seconda fase del loro percorso artistico. D’altra parte, anche l’organico è in perenne movimento e le due sorelle sono le uniche componenti stabili. Nel 1965, Nancy Ross alla voce e Sally Ross al basso vengono accompagnate da Karen Kochie alla chitarra ritmica, Piper Minas alla chitarra solista e Kathy Pennison alla batteria. Nel 1966, le Hairem incidono i primi demo a Sacramento ma non arrivano alla pubblicazione. Nel 1967, il gruppo si riduce a quartetto: le tre amiche abbandonano il progetto e le due sorelle vengono affiancate da Kathy Rice alla chitarra e Ginny Revis alla batteria. In quel periodo, le Hairem suonano dal vivo a Sacramento e San Francisco, soprattutto nei locali e nei college ma anche ai raduni hippy e presso le basi militari. Successivamente la formazione subisce due ulteriori rimpasti: prima entrano la chitarrista Janis Volkoff e la batterista Gayle Lee e poi la tastierista Karen Luther e la batterista Reesha Scarborough. Transita brevemente nell’organico anche Joann Claudiano a contendere alla leader il ruolo di voce solista e a infondere al gruppo l’influenza del flower power.

Nel corso del tempo, in effetti, lo stile della band passa dal garage più duro alla psichedelia più morbida ma i diversi stili tendono a coesistere in un calderone tanto affascinante quanto disomogeneo. Nel 1969, le She, incidono nuovi demo a Los Angeles e nel 1970 realizzano, con la produzione di Morey Alexander, Barry Goldberg e Gordon Calcote, il 45 giri “Boy Little Boy/Outta Reach”, per la Kent Records. Se “Boy Little Boy” è una canzone pop di scarso rilievo scritta su richiesta, “Outta Reach” è un brano rock di forte impatto composto in precedenza. Entrambi i pezzi sembrano spostare le lancette dell’orologio all’indietro: “Boy Little Boy” ricorda lo stile di formazioni di inizio anni ‘60 come le Shangri-Las e “Outta Reach” ripropone l’approccio di gruppi di metà anni ‘60 come i Seeds. Eppure il lato A, pur giovandosi di una certa ironia, risulta datato, mentre il lato B, senza rappresentare una svolta storica, suona pionieristico. Nel solco del percorso compiuto dai Doors, la forza di “Outta Reach” risiede infatti nel connubio tra organo e voce e potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza per l’esordio su LP. Dopo la pubblicazione del singolo, però, il rapporto tra la band e l’etichetta si deteriora proprio a causa di una profonda divergenza sulla direzione artistica da intraprendere: mentre le She vogliono insistere sul versante rock, la Kent desidera puntare sul côté pop. E così nel 1971, le due sorelle Ross, lasciate sole dalle compagne, si trovano costrette a sciogliere il gruppo e ad abbandonare il mondo della musica.

Le She pubblicano il 45 giri “Boy Little Boy/Outta Reach” per la Kent Records nel 1970.


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