L’RCA Sound Synthesizer: il primo sintetizzatore programmabile della storia
Negli anni ‘50 in U.S.A., gli ingegneri dell’RCA Herbert Belar e Harry Olson lavorano all’ambizioso progetto di un innovativo sintetizzatore. Nel corso di questa ricerca, presentano l’RCA Mark I Sound Synthesizer al David Sarnoff Research Center di Princeton nel 1955 e inaugurano l’RCA Mark II Sound Synthesizer al Columbia-Princeton Electronic Music Center di New York nel 1958. Belar e Olson inventano il primo sintetizzatore programmabile della storia, uno strumento grande come una stanza in grado di automatizzare oscillatori e moduli. La successione dei suoni è dettata da un sistema di lettura di fogli di carta perforata realizzati con una serie di tasti simili a quella di una telescrivente. L’RCA Sound Synthesizer non può riscuotere successo, per il costo e la stazza ma anche per la mancanza di una vera e propria tastiera. Con un funzionamento in parte analogo a quello del pianoforte meccanico di inizio secolo, il synth analogico non presenta le caratteristiche per essere suonato come uno strumento. Se il pianoforte meccanico è pensato per eseguire brani in assenza di un pianista, il sintetizzatore programmabile è progettato per comporre pezzi in assenza di un compositore. Ma l’RCA Sound Synthesizer fallisce proprio l’obiettivo di produrre hit a comando, inserendo nella macchina i parametri ricorrenti della musica di successo. Tra gli anni ‘60 e ‘70, i due strumenti cadono in disuso, Mark I viene smembrato per fornire i pezzi di ricambio al secondo modello e Mark II viene vandalizzato dopo essere stato impiegato da Milton Babbitt e Charles Wuorinen.