On the Road Again: il boogie orientaleggiante di Alan Wilson con i Canned Heat

On the Road Again: il boogie orientaleggiante di Alan Wilson con i Canned Heat

Alan Wilson, soprannominato Blind Owl, è un ricercatore, cantante e musicista americano originario di Arlington e inizialmente attivo tra Boston e Cambridge, in Massachusetts. Ad Arlington muove i primi passi suonando il trombone nella band jazz Crescent City Hot Five, a Boston compie gli studi universitari e a Cambridge si esibisce alla chitarra e all’armonica, in un duo blues con David Evans, alla voce. Intanto inizia a scrivere articoli approfonditi, soprattutto sul blues più arcaico, per le riviste di musica Broadside of Boston e Little Sandy Review. Passato alla storia per il suo lavoro alla chitarra e all’armonica, nel corso della sua carriera si cimenta anche alla veena e alla tambura, al piano e allo scacciapensieri. Da ricercatore si inserisce nel cosiddetto filone del folk revival e si occupa della riscoperta di musicisti del calibro di Bukka White, Mississippi John Hurt, Sleepy John Estes, Robert Pete Williams e Rubin Lacy. Tra i bluesman che concorre a riportare sulle scene, accompagna alla chitarra e all’armonica Son House nel suo disco del ritorno Father of Folk Blues del 1965 e mutua da Skip James l’inconfondibile falsetto. Tra gli esponenti del blues elettrico, lo ispirano soprattutto Little Walter all’armonica e Muddy Waters alla chitarra slide. John Lee Hooker invece è il suo principale punto di riferimento per quanto riguarda la rilettura del boogie, il ritmo di derivazione africana così centrale nella storia dei Canned Heat. Ed è proprio la sua band a divulgare il verbo di Hooker alla generazione di Monterey e Woodstock.

Nel 1965 a Cambridge, Alan Wilson conosce John Fahey ed è proprio il nuovo amico a ribattezzarlo “gufo cieco”, per via del suo volto tondo e dei suoi problemi di vista. Al Massachusetts Institute of Technology, Wilson partecipa, come suonatore di veena, alle incisioni di The Great San Bernardino Birthday Party & Other Excursions di Fahey Nel disco pubblicato nel 1966, dimostra di riuscire a confrontarsi con facilità ed efficacia con uno strumento di un’altra cultura e manifesta per la prima volta la sua versatilità musicale. A seguito della collaborazione, Wilson accompagna Fahey in California per aiutarlo alla stesura della tesi di laurea su Charley Patton. Una volta arrivati a Los Angeles, Fahey presenta a Wilson un altro fanatico di blues rurale, il commerciante e collezionista di dischi Bob Hite. i due stringono un forte sodalizio, alternando lezioni di musica ad ascolti di rarità. Fahey, Wilson e Hite decidono quindi di formare una jug band ma il caposcuola dell’“american primitive guitar” abbandona il progetto perché non accetta la presenza delle chitarre elettriche. A fine 1965, Wilson e Hite e alcuni loro collaboratori si battezzano Canned Heat Blues Band in onore di “Canned Heat Blues” di Tommy Johnson e a inizio 1966 assoldano un altro amico di Fahey, Henry Vestine. Con Hite alla voce, Wilson all’armonica e alla chitarra ritmica e Vestine alla chitarre solista, solo nel 1967 accorciano il nome in Canned Heat e riescono a delineare la formazione definitiva, con l’ingresso di Larry Taylor al basso e Adolfo de la Parra alla batteria.

Nel corso del 1966, prima di trovare la propria strada, i Canned Heat incidono un disco rimasto inedito fino al 1970, Vintage, e si sciolgono momentaneamente. In quel lasso di tempo, Wilson e Vestine formano, con una sezione di fiati, una seconda band, gli Electric Beavers e il solo Wilson incide una serie di brani sperimentali per un disco per la Takoma di Fahey, rimasto inedito. I due chitarristi dei Canned Heat sono complementari: Wilson è contenuto e ragionato mentre Vestine è istintivo e irruento. Fahey invece non solo non approva la svolta elettrica dei suoi amici ma non crede nelle potenzialità del lavoro di Wilson, ritenuto troppo limitato. E così i due chitarristi tornano nella band e insieme ai compagni pubblicano, con un certo successo, una serie di album per la Liberty Records. Dopo numerosi cambi di organico, prima di Boogie With Canned Heat Adolfo de la Parra rimpiazza Frank Cook e dopo Hallelujah, Harvey Mandel sostituisce Henry Vestine. La dipartita di Vestine aggrava l’equilibrio fragile di Wilson: i ricoveri in ospedale si alternano alle sedute di registrazione e al desiderio di lasciare la band si affianca la voglia di farla finita con la vita. Wilson partecipa ancora a un disco dei Canned Heat, Future Blues, e a una collaborazione tra la band e John Lee Hooker, Hooker 'n Heat. Nell’ultimo periodo della sua esistenza, si interessa alla botanica più che alla musica e vorrebbe impegnarsi nella salvaguardia delle sequoie. Ma nel 1970, Wilson muore per un’overdose di barbiturici mentre dorme nel bosco di Topanga Canyon, nei pressi dell’abitazione di Hite.

Grazie alla cultura enciclopedica di Wilson e Hite, alcuni brani della band sono ispirati a pezzi poco noti al largo pubblico. “On the Road Again”, ad esempio, è un rifacimento di “On the Road Again” e “Dark Road” di Floyd Jones, a loro volta rielaborazioni di “Big Road Blues” di Tommy Johnson. Cimentandosi nella pratica della riscrittura, così diffusa in ambito blues, Wilson riesce a introdurre nella nuova versione alcuni elementi originali, non solo a livello testuale. Innanzi tutto, adotta il falsetto alla Skip James e contrappone una vocalità acuta all’atmosfera ombrosa. In secondo luogo, inserisce il ritmo boogie di "Boogie Chillen'" di John Lee Hooker nel tessuto del pezzo e rende ossessivo l’incedere strumentale. In terza battuta, con la tambura indiana, aggiunge un tappeto di droni all’one chord riff dell’elettrica. “On the Road Again” viene incisa nel 1967 ai Liberty Records Studios di Los Angeles e pubblicata nel 1968 dalla Liberty Records, sul 45 giri “On the Road Again/Boogie Music”. Con Carl Carter alla produzione, Wilson suona chitarra, armonica e tambura, Vestine la chitarra, Taylor il basso e de la Parra la batteria. La fissazione per il ritmo di Hooker è il minimo comune denominatore di Wilson e Hite ma il boogie dei Canned Heat da "Fried Hockey Boogie" a "Boogie Chillen'" passando per “Refried Boogie” trova solo in “On the Road Again” una ricetta distintiva. In altri casi la proposta della band è schiacciata dall’approccio di Hite, legato a un’idea revivalista del blues e disposto a superare i limiti della forma canzone solo con l’improvvisazione libera.

La grandezza di Alan Wilson consiste nel saper trascendere schemi e modelli, rifiutando il ruolo di interprete fedele. A differenza dei puristi, imbraccia la chitarra elettrica ed è un entusiasta sostenitore dei trucchi di studio, approfondisce il patrimonio afroamericano ma indaga anche la cultura indiana. Wilson non intende superare la tradizione ma tornare alla sua fonte primaria: per compiere questo percorso a ritroso, enfatizza le sonorità ancestrali con l’utilizzo delle diavolerie tecnologiche e con l’impiego degli strumenti indiani. Alan Wilson in “On the Road Again”, come Brian Jones in “Paint It Black”, contamina il blues senza tradirlo. Ma Wilson usa la tambura per creare un bordone di sostegno mentre Jones impiega il sitar come strumento cardine della composizione. In “Street Fighting Man”, invece, anche Jones suona sitar e tambura per produrre il ronzio di fondo, allontanandosi però dagli stilemi blues. Wilson procede in un’altra direzione: prova a ricondurre il blues alla sua essenza, rinunciando alla complessità strutturale del brano; tenta di ampliare l’emissione di droni dei cordofoni, mantenendo ancorato il pezzo a un’intelaiatura primitiva. In questo senso si comprende la sua passione per il boogie, genere basato su un unico accordo, e il suo interesse per il diddley bow, la chitarra a una sola corda. E per questa sua propensione estetica, incorre in un atteggiamento di contrarietà e disapprovazione da parte di John Fahey, inventore dell’“american primitive guitar” ma dedito alla tessitura di trame articolate e composite.

I Canned Heat pubblicano nel 1968 per la Liberty Records il 45 giri “On the Road Again/Boogie Music”. “On the Road Again” viene inserita nell’LP Boogie With the Canned Heat pubblicato dai Canned Heat nel 1968 per la Liberty Records. Talvolta “On the Road Again” viene accreditata a St. Louis Jimmy Oden.

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