Economia politica: Marcel Mariën e la deriva dei continenti

Economia politica: Marcel Mariën e la deriva dei continenti

Il surrealista belga Marcel Mariën nel 1967 realizza Economia politica, una sorta di ready-made aiutato. L’oggetto di partenza è un piccolo mappamondo di metallo dipinto, composto da due semisfere cave, incastrate una sull’altra, in modo da far combaciare in maniera corretta l’emisfero boreale e quello australe. L’intervento artistico di Mariën consiste nella rotazione di una parte del mappamondo lungo la giuntura, per generare un vistoso slittamento delle masse continentali. Nel sabotaggio della rappresentazione miniaturizzata della Terra, Mariën impiega il mezzo espressivo inventato da Marcel Duchamp per sviluppare una critica sociale degna di Guy Debord. È il titolo dell’opera a trasformare Il gioco surrealista in un gesto situazionista: la felice trovata serve infatti a denunciare la discrepanza economica tra nord e sud del mondo e lo sfruttamento dei paesi poveri da parte di quelli ricchi. Ma l’atto d’accusa non cancella il colpo d’estro e la componente fantastica riesce a convivere con l’elemento politico. D’altra parte, la giustapposizione dell’Africa del nord all’America del sud o lo scivolamento dell’Africa subsahariana al posto dell’Oceania inducono a ragionare tanto sull’arbitrarietà della divisione delle terre emerse in Stati nazionali quanto sulla casualità delle forme fisiche dei continenti. E l’operazione spiazzante di Mariën sembra proporre un nuovo mondo possibile sia come immagine poetica che come obiettivo utopico. Alle soglie del ‘68, Economia politica anticipa la saldatura tra immaginazione surrealista e rivolta situazionista nel maggio francese.

Marcel Mariën realizza Economia politica nel 1967 con un piccolo mappamondo di metallo colorato.

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