Isshi Yamada e il suono dell'ichigenkin, il koto a una corda

Isshi Yamada e il suono dell'ichigenkin, il koto a una corda

L’ichigenkin, sorta di versione semplificata del koto, è una cetra monocorde della tradizione nipponica con il corpo di legno, la corda di seta e il plettro d’avorio. Discendente di un antico omologo cinese, approda in Giappone all’inizio del periodo Edo, 1603-1868. Alla fine della stessa fase storica, è ormai uno strumento diffuso tra studiosi, guerrieri e monaci come mezzo di perfezionamento spirituale. Successivamente, l’ichigenkin perde importanza e rimane legato all’accompagnamento di testi poetici ad opera di interpreti femminili. La musicista di Tokyo Isshi Yamada, dopo aver approfondito il genere nagauta, nel 1958 inizia a dedicarsi al monocordo e nel 1963 viene riconosciuta come professionista. Proprio nel 1963, muore la sua maestra Issui Yamashiro e avviene il passaggio di testimone. Yamada eredita l’esemplare di ichigenkin della Yamishiro soprannominato ‘’seiran’'' ovvero “nebbia di montagna”. In quel periodo, partecipa a importanti eventi musicali di katobushi e ogiebushi sotto i nomi d’arte di Chieko Yamahiko e Chie Ogie. E nel 1965, si trasferisce da Tokyo a Honolulu dove raggiunge il connazionale Fuzan Sato, esperto di shakuhachi, il flauto dritto di bambù della tradizione nipponica. Nel 1967, Isshi Yamada e Fuzan Sato pubblicano l’LP Koto: Music of the One-string Ichigenkin per la Folkways Records. Nel disco, Isshi Yamada canta e suona l’ichigenkin, mentre Fuzan Sato la accompagna, in un solo caso, al shakuhachi. Il repertorio, per lo più risalente al periodo Edo, viene riletto in maniera elegante e minimale.

L’Lp Koto: Music of the One-string Ichigenkin esce a nome Isshi Yamada e Fuzan Sato nel 1967 per la Folkways Records.

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