Darondo: il funk sulla Rolls Royce

Darondo: il funk sulla Rolls Royce

William Daron Pulliam, in arte Darondo, è un musicista statunitense originario di Berkeley, California. Pulliam da bambino riceve in regalo da sua madre una chitarra e da adolescente fonda gli Witnesses, la band del locale Lucky 13 di Albany. A livello strumentale, risente dell’influenza dei jazzisti Kenny Burrell e Wes Montgomery ma presto si misura dal vivo con il chitarrista Eddie Foster. Al fianco del pianista John Al Tanner, inizia invece a comporre brani originali, ispirandosi, dal punto di vista vocale, a Ronald Isley, Marvin Gaye e Al Green. Attivo nei locali della Bay Area di San Francisco con il nomignolo Junior, si distingue per una notevole presenza scenica. E con il passare del tempo, si guadagna sul campo soprannomi più lusinghieri come Double D. e Dynamite D.. È però lo strano soprannome Darondo, fusione del suo secondo nome Daron e di “dough” nell’accezione di denaro, ad accompagnare la sua breve carriera discografica. Tra il 1972 e il 1974, l’artista pubblica tre 45 giri per tre etichette diverse di Oakland: “How I Got Over/Won't Your Love So Bad” nel 1972 per la Ocampo Records a nome Darondo Pulliam, "Listen to My Song/Didn't I” nel 1973 per la Music City a nome Dorando e “Legs/Let My People Go” nel 1974 per Af-Fa World a nome Darondo. Il primo e il terzo singolo, distribuiti in modo inadeguato, finiscono subito nel dimenticatoio. Ma il secondo 45 giri, l’unico prodotto e pubblicato da un’etichetta di una certa grandezza, ottiene passaggi radiofonici e vende trentacinquemila copie.

Darondo, introdotto alla prima casa discografica da Foster, incide per la Ocampo Records un paio di canzoni scritte insieme a Tanner. Il singolo “How I Got Over/Won't Your Love So Bad”, con l’accompagnamento di fiati e tastiere, risulta ancora legato al soul classico ma è già molto originale. Attira così l’attenzione del produttore Ray Dobard, colpito dalle potenzialità del cantante. Nello studio della Music City a Oakland, Darondo e Tanner registrano, insieme al bassista Bronco Billy, al batterista Danny Williams e ad altri turnisti, materiale sufficiente per realizzare un intero LP. Il progetto però rimane nei cassetti per un forte contrasto tra l’artista e il produttore: Darondo accusa Dobard di frode e viene denunciato da questi per minaccia. L’unico frutto della loro collaborazione a vedere la luce è "Listen to My Song/Didn't I”, il 45 giri più raffinato del lotto, grazie ai sapienti arrangiamenti per archi. Sul lato A, il cantante alterna il registro profondo da crooner con le acrobazie vocali in falsetto. E sul lato B, traghetta un’atmosfera da profondo sud in un pop da alta classifica. Uscito dalla Music City sbattendo la porta, Darondo prova la strada dell’autoproduzione sotto la sigla Af-Fa World. Il singolo “Legs/Let My People Go”, libero da orpelli e fronzoli, torna alla ruvidezza degli esordi. Questa volta però si tratta di funk ruspante con i fiati al posto degli archi e la voce in grande spolvero. Se “Legs” è veloce ed esplosiva, “Let My People Go” è sorniona e trascinante. E il basso e la drum machine del lato B conducono Darondo verso nuovi lidi.

Nel terzo e ultimo 45 giri dell’artista, l’unico scritto senza Tanner e stampato in proprio, le analogie con Curtis Mayfield e Isaac Hayes cedono il passo alle citazioni di James Brown e Sly Stone. D’altra parte, Darondo, nei primi anni ‘70, apre un concerto di Brown al Berkeley Community Theater di Berkeley e conosce Stone nel suo studio di registrazione privato di Los Angeles. Malgrado le importanti frequentazioni, Darondo non riesce però a debuttare su LP e ad affermarsi come solista. Famoso nella Bay Area più per il carisma personale che per l’attività discografica, esce di scena dopo un concerto a Dallas del 1974. Fin dal suo debutto, il musicista considera la musica una semplice passione e continua a svolgere mansioni umili: apprende il mestiere di elettricista e svolge il lavoro di inserviente d’ospedale. Ma nonostante non percepisca introiti dai tre 45 giri pubblicati, ostenta una ricchezza degna di una celebrità. Si presenta in pubblico sfoggiando pellicce di visone, scarpe di serpente e anelli con diamanti. Possiede poi una Rolls Royce Silver Cloud bianca, targata col suo nome e munita, tra i tanti servizi di lusso, di un’apparecchiatura per intercettare le comunicazioni radio della polizia. Per questa ragione, intorno alla figura di Darondo aleggia un’aura mitica ma anche una nomea delinquenziale. E il suo stile di vita sfarzoso viene comunemente ricondotto a una possibile attività da magnaccia. Al netto di voci e illazioni riguardo all’uomo, la produzione discografica dell’artista risulta tanto esigua quanto interessante.

William Daron Pulliam pubblica a nome Darondo Pulliam il 45 giri “How I Got Over/Won't Your Love So Bad” nel 1972 per la Ocampo Records, a nome Dorando il 45 giri "Listen to My Song/Didn't I” nel 1973 per la Music City e a nome Darondo il 45 giri “Legs/Let My People Go” nel 1974 per Af-Fa World. Sulle date di pubblicazione di questi tre singoli aleggia un po’ di confusione: talvolta il primo viene datato 1973 e il secondo 1972.

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