L'oscuro gruppo di Slim Green, Al Simmons e Sidney Maiden: i Cats From Fresno

L'oscuro gruppo di Slim Green, Al Simmons e Sidney Maiden: i Cats From Fresno

Nel 1957 la Dig Records di Johnny Otis dà alle stampe due singoli dei Cats From Fresno, una misteriosa band composta da Slim Green alla chitarra, Sidney Maiden all’armonica e Al Simmons alla batteria. Green e Maiden sono due bluesman di seconda fila attivi dagli anni ‘40, originari rispettivamente del Texas e della Louisiana ed emigrati in California. Simmons ha sicuramente un profilo minore ma sulla sua figura aleggia una certa dose di mistero: se i suoi sodali hanno precedentemente partecipato a una manciata di singoli e realizzeranno successivamente un album a testa, il batterista grazie alla breve avventura con i Cats From Fresno compie l’unica esperienza nel mercato discografico. Nelle sedute di registrazione per la Dig Records, i responsabili delle parti di pianoforte e saxofono non sono noti mentre i tre protagonisti del progetto, in un assetto a formazione variabile, si alternano alla voce. Per questo motivo, i due 45 giri “Old Folks Boogie/Hand Me Down Baby” e “You Aint Too Old/My Woman Done Quit Me” ‎riportano per ogni brano una ragione sociale differente a seconda dell’assegnazione del ruolo di cantante. Se “Hand Me Down Baby” e “My Woman Done Quit Me”, composti e cantati rispettivamente da Maiden e da Green, sono due blues canonici, “Old Folks Boogie” e “You Aint Too Old”, interpretati da Simmons, sono due boogie accattivanti.

I due lati A dei rispettivi 45 giri, nonostante siano pressoché identici, risultano curiosamente firmati da Green in un caso e da Simmons nel secondo. A prescindere dalla questione della paternità, i pezzi si pongono sulla scia della prima parte di produzione di John Lee Hooker e Bo Diddley e sono allo stesso tempo successivi a “Feelin’ Good” di Little Junior's Blue Flames del 1953 e antecedenti a “Shake Your Hips” di Slim Harpo del 1966. Non è un caso se, durante le esibizioni dal vivo di inizio carriera, proprio in virtù della netta somiglianza dei due brani, Captain Beefheart fonda in un solo pezzo “Old Folks Boogie” e “You Aint Too Old”. Beefheart ama visceralmente la sparuta produzione dei Cats From Fresno e la accosta idealmente all’opera ben più strutturata di John Lee Hooker e Bo Diddley, Slim Harpo e Lightnin’ Slim, gli artisti boogie e swamp più concentrati sull’elemento ritmico. Il boogie di Hooker e il diddley beat di Diddley rappresentano la spina dorsale della Magic Band quanto dei Canned Heat, il gruppo boogie per antonomasia, ma è notevole l’attenzione di Beefheart per gli esempi minori. D’altra parte non è da sottovalutare il contributo di Harpo, sicuramente successivo e conseguente rispetto alle trovate dei due capostipiti, ma personale e influente: si pensi solo all’interpretazione di “I’m a King Bee” da parte dei Rolling Stones e dei Pink Floyd.

I due singoli “Old Folks Boogie/Hand Me Down Baby” e “You Aint Too Old/My Woman Done Quit Me” ‎vengono pubblicati nel 1957 per la Dig Records rispettivamente a nome Al Simmons-Slim Green and the Cats From Fresno/Sidney Maiden-Slim Green and the Cats From Fresno e Al Simmons With Slim Green and the Cats From Fresno/Slim Green And The Cats From Fresno. I Little Junior's Blue Flames pubblicano il 78 giri “Feelin' Good/Fussin' and Fightin' Blues” nel 1953 per la Sun Records. Sammy Lewis With Willie Johnson pubblicano “I Feel So Worried/So Long Baby Goodbye” nel 1955 per la Sun Records. Il lato A è una riscrittura di “Feelin’ Good” e lo stesso Little Junior Parker è autore di rielaborazioni del pezzo: "Feelin' Bad" e "I Wanna Ramble". Henry Strogin pubblica “Old Folks Boogie While The Young Ones Twist/I Wanna Love” nel 1962 per la Ball Records. Il lato A è una rielaborazione di “Old Folks Boogie”. Slim Harpo pubblica il 45 giri “Shake Your Hips/Midnight Blues” nel 1965 per la Excello. Nel 1970 il solo Slim Green, a nome Guitar Slim Green e accompagnato da JohnnyShuggie Otis, reinterpreta “Old Folks Boogie” in Stone Down Blues, un album intrigante che mischia sapientemente l’ascendente rurale e l’umore urbano.

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