Il soul di Bobby Powell: tra gospel e swamp

Il soul di Bobby Powell: tra gospel e swamp

Bobby Powell è un cantante e pianista non vedente della Louisiana, attivo inizialmente nel circuito gospel e successivamente in ambito soul. Nonostante il suo stile abbia alcuni punti di contatto con quello di artisti di peso come James Carr e Clarence Carter, la sua notorietà rimane limitata a una cerchia ristretta di appassionati. Dal 1964 al 1971 Powell pubblica, con un’unica battuta d’arresto nel 1968, pochi singoli all’anno per l’etichetta Whit di Baton Rouge e un solo 45 giri per la casa discografica Jewel Records di Shreverport. I notevoli riscontri ottenuti tra il 1964 e il 1967 vengono seguiti da rovinosi fiaschi tra il 1969 e il 1971. Se "C.C. Rider" rappresenta il successo maggiore della prima tranche, “The Bells” è l’unico brano fortunato del secondo lotto. La decisione del suo produttore Lionel Whitfield di affidare la distribuzione e di cedere la proprietà della Whit alla Jewel Records non cambia il destino del materiale pubblicato. Nel 1973 Powell approda però alla casa discografica Excello di Nashville e dà alle stampe l’LP Thank You e cinque singoli di contorno. Nell’album prodotto dal fidato Lionel Whitfield, suonano Julius Farmer al basso, Big Bo Melvin alla chitarra, Antonio York alle tastiere, Herman, Jesse e Nolan alle percussioni e i Lionel Whitfield Horn & String Section ai fiati. Il disco, composto da vecchi brani registrati con nuovi arrangiamenti e pezzi inediti incisi per la prima volta, non conserva lo smalto e l’originalità dei primi 45 giri e non raggiunge il successo sperato.

Se la Whit è una piccola etichetta con in catalogo le produzioni di musicisti minori come Raful Neal e Merle Spears, la Excello è una casa discografica rilevante con all’attivo le pubblicazioni di artisti importanti come Lightnin’ Slim e Slim Harpo. Ma la grande occasione sfuma per sempre. A dieci anni dal debutto, Powell non riesce a ottenere l’attesa consacrazione e la sua carriera subisce una brusca frenata. I percorsi trionfanti di Ray Charles e Stevie Wonder dimostrano quanto la cecità non rappresenti un problema invalicabile per raggiungere enormi traguardi nell’ambiente musicale dell’epoca. Pur non vantando la medesima statura artistica dei suoi due celebri colleghi, Powell viene ostacolato più dalle scelte discografiche discutibili che dall’handicap fisico e dai limiti canori. Al giro di boa di metà decennio, il cantante lascia così gran parte del suo potenziale artistico inespresso ma consegna agli annali un repertorio degno di nota. Il periodo Whit è costellato infatti da una serie di uscite efficaci, grazie alla qualità dei brani composti per l’occasione o prelevati dai canzonieri altrui. In bilico tra gospel e swamp, Powell interpreta pezzi eccellenti di autori del calibro di Sly Stone e Roebuck “Pops” Staples e risente degli umori palustri di musicisti come Lightnin' Slim e Slim Harpo. Con il tempo, Il southern soul di partenza si fa più raffinato e sconfina nei territori del funk. E quando i sassofoni cedono il passo ai violini, l’allontanamento dalle radici gospel e swamp determina una parziale perdita di fascino.

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Bobby Powell & the Glorylanders pubblicano il singolo “Touch the Live Wire Of Heaven/My Lord Compared To Thee” nel 1959 per la Cherokee ma non si è certi si tratti dello stesso Bobby Powell o di un omonimo. Bobby Powell pubblica sedici singoli per la Whit dal 1964 al 1971, uno per la Jewel Records nel 1967 e cinque per la Excello tra il 1973 e il 1974. Per la Excello Powell pubblica il suo LP Thank You nel 1973. Alcune fonti spostano l’esordio discografico per la Whit al 1963 o al 1965 e citano due pubblicazioni per la Atlantic di cui non si trova notizia.


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