Wilburn Burchette: il maestro dimenticato della new age

Wilburn Burchette: il maestro dimenticato della new age

La figura del musicista californiano Wilburn Burchette è in gran parte avvolta nel mistero: non si conoscono neppure luogo e data di nascita.Tra i rari articoli e le sporadiche interviste, si può leggere una testimonianza sul profilo di Burchette nel libro del giornalista Brad Steiger Revelation: the Divine Fire del 1973. Per quanto riguarda la sua arte, sono noti alcuni dettagli dell’apparecchiatura e della realizzazione del primo album del chitarrista. Burchette si costruisce, con sei tipi di legno differenti e un pickup DeArmond, una chitarra che chiama Impro Guitar e per regolare il volume e la distorsione dello strumento, utilizza un pedale DeArmond 610 Volume Tone montato su uno sgabello. Con questo equipaggiamento e con Chuck Britz come ingegnere del suono e Jimmy Bowen come produttore, incide al Dimension Sound di Los Angeles, l’LP strumentale e suggestivo Occult Concert. Il disco, registrato a fine 1970 in un’unica seduta di sette ore, viene pubblicato nel 1971 dalla casa discografica indipendente Amos Records: Burchette rifiuta le proposte delle più blasonate etichette Paramount e Columbia per onorare il patto con il cantante Frankie Laine, il primo a interessarsi ai suoi demo.

Dal 1972 in poi, il chitarrista si pone al di fuori del circuito ufficiale e pubblica altri sei LP strumentali in proprio, per le fantomatiche Ebos Records e Burchette Brothers. Quest’ultima ragione sociale segna il sodalizio con suo fratello Kenneth ma per il resto non si conoscono i nomi dei possibili collaboratori, degli studi di registrazione e delle nuove strumentazioni. È molto probabile che Burchette confezioni tutto in solitudine, in casa propria e con apparecchiature elettroniche autocostruite. Gli LP vengono venduti per posta mentre le pubblicità dei prodotti discografici e del suo manuale per ascoltare la musica, Psychic Meditation Course, sono ospitate sulle riviste Fate Magazine, Beyond Reality e Gnostica News. La musica di Burchette gradualmente aggiunge l’elettronica all’elettricità, accostando alla sua Impro Guitar, prima il sintetizzatore e poi la drum machine. La sua produzione si colloca a metà strada tra le incisioni di Keith Rowe e Derek Bailey per quanto riguarda la chitarra e tra gli esperimenti di Morton Subotnick e Bruce Haack per quanto concerne le tastiere. Burchette è tuttavia un musicista autodidatta e un artista irregolare e la sua proposta sonora non presenta né le spigolosità e le complessità dell’avanguardia né gli sconfinamenti ritmici e melodici verso il rock e il pop.

Appassionato fin dall’età giovanile di musica e occultismo, Burchette cerca di tradurre nelle sue opere musicali i concetti del buddismo tibetano ma si ricollega anche alla teoria pitagorica dell’armonia delle sfere e alla credenza indù del suono primordiale. Grazie alla tecnica denominata Emphatic Improvisation, o più semplicemente Impro, basata su una revisione delle scale e delle intonazioni, il chitarrista non si preoccupa di produrre accordi ma di propagare vibrazioni. Burchette è interessato alla consonanza dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande e pone in correlazione il microcosmo dell’atomo con il macrocosmo dell’universo. L’evento sonoro, secondo il musicista, non è solo il legame nascosto tra gli esseri viventi e la volta celeste ma anche lo strumento stesso della creazione divina e una forma di comunicazione emotiva. Secondo gli studi di Burchette, la musica è l’unica espressione artistica basata sulla durata e in grado di viaggiare nel tempo, dal suono ancestrale all’origine del mondo ai suoni generati dagli astri in futuro. Ma la musica ha un ruolo nel presente: concorre alla guarigione e all’elevazione delle persone ponendo in accordo il soggetto singolo all’intero creato.

Se il percorso dell’artista rappresenta, disco dopo disco, un tragitto di crescita artistica e interiore, il compito dell’ascoltatore risiede nella capacità di seguire i passi del maestro, in ambito musicale ed esoterico. Burchette, d’altra parte, dà alle stampe, con regolarità, un LP all’anno per sette anni. Il secondo album, il primo autoprodotto, Wilburn Burchette Opens the Seven Gates of Transcendental Consciousness del 1972, è il lavoro più ambizioso e ricco dello sua carriera: il disco è corredato dalle note di Brad Steiger e accompagnato da un libro di istruzioni con poesie di Burchette e illustrazioni dell’artista Caren Caraway. In questa occasione la chitarra si sposa con il sintetizzatore in maniera efficace e credibile senza rinnegare l’elegante essenzialità del debutto. Dall’album successivo Burchette rinuncia alle collaborazioni ma non all’attenzione per la grafica e continua a realizzare LP autoprodotti, insolitamente curati e preziosi. Il terzo disco si riallaccia in maniera più netta all’esperienza dell’esordio e consiste in un’opera per chitarra elettrica: se Occult Concert è ancora legato a schemi classici, per quanto sfilacciati e sfaldati, Guitar Grimoire è un monumento in vinile alla rarefazione.

Guitar Grimoire, datato 1973, si colloca tra No Pussyfooting di Brian Eno e Robert Fripp e Guitar Solos di Fred Frith, come un tentativo riuscito di trasportare la chitarra verso nuovi lidi eterei e algidi. Il capitolo successivo, Psychic Meditation Music del 1974, è invece per solo synth e si trova in sintonia con certo krautrock marcatamente elettronico e con i primi lavori anticipatori dell’ambient. L’album dell’anno successivo, Music Of the Godhead For Supernatural Meditation, ingloba addirittura una drum machine ma l’innovazione tecnologica inaugura la fase calante dell’artista, prima del precoce ritiro dalla scene. Nel complesso, Burchette sembra una via di mezzo tra John Fahey e Joe Meek, al contempo un chitarrista strumentale con un anelito spirituale e un musicista sperimentale dai tratti naïf. L'a sua opera rappresenta un contraltare modernista alla produzione per gong tibetani di Nesta Kerin Crain e una via speculare all’iter di Brian Eno, per chitarre, synth e drum machine. Nonostante la sua formazione autodidatta, Burchette impartisce privatamente lezioni di chitarra classica e si fregia su disco dell’appellativo di “master”. E in effetti può essere considerato un maestro sconosciuto della new age.

Le informazioni di questo articolo sono state attinte principalmente dal libro di Brad Steiger Revelation: the Divine Fire del 1973 e dalle note di alcuni degli otto dischi pubblicati da Wilburn Burchette tra il 1971 e il 1977.

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