Got My Mojo Working: l'amuleto di di Preston "Red" Foster funziona solo al processo

Got My Mojo Working: l'amuleto di di Preston "Red" Foster funziona solo al processo

Nel 1956, il misconosciuto musicista di black music Preston “Red” Foster propone all’etichetta Baton Records alcune canzoni e tra queste il suo pezzo più riuscito. “Got My Mojo Working” viene assegnato alla cantante Ann Cole che esegue il brano dal vivo durante un tour, nel sud degli Stati Uniti, di spalla a Muddy Waters. Il chitarrista rimane colpito dall’inedito della collega e con il passare del tempo impara a suonarlo. Nel 1957, nel giro di poche settimane, Ann Cole pubblica, per la Baton Records di New York, il 45 giri “Got My Mo-Jo Working (But It Just Won't Work on You)/I've Got a Little Boy” e Muddy Waters dà alle stampe, per la Chess Records di Chicago, il singolo “Rock Me/Got My Mojo Working”. Mentre la Cole interpreta la stesura originale, Waters apporta qualche cambiamento. E nonostante le variazioni testuali non siano sostanziali, Waters si intesta la paternità della composizione. A seguito di questo gesto, si apre una contesa sui diritti d’autore tra le due case discografiche. E a corollario della disputa, Foster scrive per la Cole un polemico seguito del brano: “I've Got Nothing Working Now (But My Real Old Fashioned Love)”. In realtà il pezzo di Foster è debitore a "Hands Off" di Jay McShann del 1955 e la rilettura di Waters è successiva a “It Ain't Right” di Little Walter. E solo attraverso questi passaggi si arriva, progressivamente, al celebre ritmo, simile all’incedere del treno, di “Got My Mojo Working”. A livello lirico, invece, Waters canta versi sul medesimo argomento già in “Louisiana Blues” e in “Hoochie Coochie Man”.

Nell’ambito della pratica magica dell’hoodoo, la parola “mojo” designa un particolare amuleto propiziatorio: un sacchetto di tela contenente oggetti e materiali di origine vegetale, minerale o animale, a seconda della finalità dell’incantesimo. Il termine viene impiegato in modo diffuso nel blues rurale, da Blind Lemon Jefferson e Blind Boy Fuller, Brownie McGhee e J.B. Lenoir, Robert Johnson e Blind Willie McTell e sopravvive così nell’epoca dell’elettrificazione. Nel blues urbano la tematica risulta trattata in maniera esplicita da Sonny Boy Williamson e Arthur “Big Boy” Crudup, Junior Wells e Lightnin' Slim, Bo Diddley e Willie Dixon ma si afferma nel mondo della musica con la pubblicazione di “Got My Mojo Working”. Il pezzo viene registrato ai Chess Studios di Chicago nel 1957 da Muddy Waters, alla voce e alla chitarra, Little Walter all’armonica, Pat Hare e Hubert Sumlin alle chitarre, Otis Spann al piano, Willie Dixon al basso e probabilmente S.P. Leary alla batteria. Inizialmente l’interpretazione della Cole riscuote più successo ma alla lunga è la rilettura di Waters a rimanere negli annali. Nel giro di qualche anno, il tema compare nelle canzoni di Lonesome Sundown ed Eddie Bo, John Lee Hooker e Lightnin’ Hopkins, Screamin’ Jay Hawkins e Wilson Pickett ma arriva alle nuove generazioni grazie a una sequela di reinterpretazioni di “Got My Mojo Working”. Tra le tante riletture del brano, anche Preston Foster pubblica, finalmente, la propria versione di uno dei più importanti standard della storia del blues elettrico.

Nel 1966, Preston Foster esordisce su disco e dà alle stampe per la sua etichetta, la Getit di New York, tre 45 giri a nome Hy Tyde e Preston Foster e “Got My Mojo Workin'/Messy Bessie” come Mojo Kid. Ma dopo un ultimo singolo per la Zerott nel 1967, abbandona la scena musicale. Proprio nel 1967, Ruth Strachborneo intenta una causa sui diritti d’autore di “Got My Mojo Working” e cita in giudizio con l’accusa di plagio Preston Foster e Muddy Waters. La cantante sostiene di aver scritto Mojo Workout”, un brano pubblicato per la prima volta da Larry Bright nel 1960, e di aver interpretato il pezzo dal vivo e in tv, in prima persona nel 1955. Ipotizza quindi che “Mojo Workout” sia la fonte d’ispirazione di “Got My Mojo Working”. Durante il processo del 1973, la querelante non riesce però a produrre documenti schiaccianti a favore della sua tesi: la sentenza riconosce il ruolo compositivo della Strachborneo per “Mojo Workout” e la paternità artistica di Foster per “Got My Mojo Working”, smentendo un rapporto di correlazione tra le due canzoni. Nelle carte processuali, a prescindere dall’oggetto del dibattimento, si spiega l’impossibilità di rivendicare la proprietà intellettuale di un argomento di pubblico dominio e si disquisisce sul significato di “mojo” nella cultura afroamericana. E solo in questa occasione, per la prima volta, il talismano magico di Foster sembra funzionare davvero. Descritto come un afroamericano timo ed elegante, con i capelli decolorati, il musicista, grazie al riconoscimento giuridico del ruolo di autore, si garantisce una rendita sicura.

Ann Cole pubblica nel 1957 il 45 giri “Got My Mo-Jo Working (But It Just Won't Work on You)/I've Got a Little Boy” per la Baton. Muddy Waters pubblica nel 1957 il 45 giri “Got My Mojo Working/Rock Me” per la Chess Records. Preston Foster pubblica nel 1966 il 45 giri “Got My Mojo Workin'/Messy Bessie” a nome Mojo Kid per la Getit.

Lowell Fulson diventa Lowell Fulsom: Tramp e la svolta funk di un maestro del blues

Lowell Fulson diventa Lowell Fulsom: Tramp e la svolta funk di un maestro del blues

Il fotdella di Jesse Fuller: un basso a percussione o un pianoforte a pedali

Il fotdella di Jesse Fuller: un basso a percussione o un pianoforte a pedali