G.I. Joe parte per la guerra del Kippur: la riduzione di dimensione delle action figure a seguito della crisi energetica

G.I. Joe parte per la guerra del Kippur: la riduzione di dimensione delle action figure a seguito della crisi energetica

In risposta al successo di Barbie, lanciata sul mercato dalla Mattel nel 1959, la Hassenfeld Brothers produce in USA nel 1964 la prima serie di G.I. Joe. Siccome i bambini non gradiscono il termine femminile “doll”, nasce l’espressione “action figure” con il significato di figura antropomorfa maschile realizzata in plastica. Se Barbie è collocata in un ambiente civile, tra casa e camper, G.I. Joe è proiettato in uno scenario militare, tra armeria e jeep. In effetti, la sigla G.I. Joe, frutto dell’accostamento tra l’acronimo di Government Issue e il nome comune Joe, designa genericamente il soldato di fanteria. Ispirandosi a un fumetto degli anni ‘40 di Dave Breger, la Hasbro veste così il pupazzo giocattolo con l’uniforme militare dell’esercito americano fino al 1969 per poi ripiegare su un tipo di equipaggiamento più vago. Il cambio di passo per quanto riguarda gli accessori di tessuto è dettato dalla tragica situazione in Vietnam, sempre più oggetto di proteste. Nell’era del flower power, l’azienda non abbraccia la causa pacifista ma svincola il prodotto dagli eventi reali per catapultarlo in contesti verosimili. Tra il 1971 e il 1972, la Mego e la Mattel contrappongo all’articolo della Hasbro, rispettivamente Action Jackson e Big Jim, protagonisti, ancor più di G.I. Joe, di combattimenti e avventure non riconducibili allo scenario bellico in corso. L’altezza dei personaggi oscilla dai trenta centimetri di G.I. Joe ai venti centimetri di Action Jackson passando per i venticinque centimetri di Big Jim. Si tratta, nel complesso, di una dimensione considerevole, mutuata dal modello di Barbie.

Il punto di svolta nella storia delle action figure avviene nel 1974 in Giappone grazie alla serie di Microman prodotta dalla Takara. La nuova linea consiste infatti nella realizzazione in scala dei personaggi della serie precedente, Henshin Cyborg: in questo caso, il pupazzo giocattolo dell’azienda nipponica non raggiunge i dieci centimetri di altezza. Il ridimensionamento del prodotto può avere varie spiegazioni: un oggetto di misure contenute è più facile da maneggiare durante il gioco e occupa meno spazio una volta riposto. Ma probabilmente la ragione più profonda del rimpicciolimento dell’articolo è da individuare nel risparmio dell’azienda. L’anno prima della messa in produzione della serie di Microman, infatti, a seguito della Guerra del Kippur, scoppia la crisi energetica. L’aumento esorbitante del prezzo del petrolio determina un’impennata analoga del costo della plastica. Tra il 1973 e il 1974, all’ombra delle recessione, il mondo industriale si trova così costretto a battere strade alternative e cercare soluzioni inedite. La serie di Microman presenta poi una seconda caratteristica determinante: i personaggi non sono soldati specifici o avventurieri generici ma cyborg. Se nel 1969 la Hasbro produce la serie di astronauti G.I. Joe, già nel 1972 la Takara, commercializza la linea di umanoidi Henshin Cyborg. La versione mignon degli stessi cyborg debutta proprio nell’anno della dilagante passione per la robotica. Per quanto riguarda la cultura pop, il 1974 è segnato infatti dall’uscita di Autobahn dei Kraftwerk e di Dancing Machine dei Jackson 5.

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