L'altra hauntology: sulle tracce di Delia Derbyshire

L'altra hauntology: sulle tracce di Delia Derbyshire

L’hauntology, come genere musicale, è per definizione, legata all’opera di alcuni progetti del passato: BBC Radiophonic Workshop e White Noise, tra gli altri. E la nostalgia per un percorso artistico, inaugurato ma non battuto, viene innescata, perlopiù, da quel particolare tipo di sperimentazione degli anni ‘60/’70. Per quanto riguarda i precedenti più prossimi, si citano, invece, gruppi del calibro di Boards of Canada e Broadcast. E in questo senso, non risulta così chiara la distinzione tra anticipatori e protagonisti della nuova tendenza. Ma se per hauntology si intende, in particolare, il tentativo di rivitalizzare la lezione di Delia Derbyshire, occorre stabilire un altro nesso di filiazione. Alla fine degli anni ‘90, infatti, alcuni musicisti britannici non si limitano ad attingere dai lavori della compositrice ma cercano di rivalutarne la figura. Per l’album Forver Alien, pubblicato dagli Spectrum nel 1997, Peter Kember compone un brano intitolato “Delia Derbyshire”. Durante la lavorazione del pezzo, scopre, dalle note di copertina di un vecchio disco, la città di provenienza della sua eroina: Coventry. E si procura un elenco del telefono locale per rintracciarla. Kember e Derbyshire iniziano, così, un rapporto di amicizia che culmina nella collaborazione in due lavori degli Experimental Audio Research, l'EP Vibrations del 2000 e l'LP Continuum del 2001. Maestra e allievo scrivono anche la brevissima traccia "Synchrondipity Machine", inclusa, successivamente, nell’antologia A Mind Expansion Compilation 2 del 2008.

All’epoca dei primi contatti con Delia Derbyshire, Peter Kember è al lavoro con Drew Mulholland all’album Gummy Twinkle, uscito nel 1998 a nome Mount Vernon Arts Lab. E presto passa il numero di telefono della compositrice all’amico. Animato dalle stesse passioni di Kember, anche Mulholland inizia, così, a dialogare a distanza con Derbyshire. E il rapporto tra i due dà ottimi frutti. Nel 1997, Mulholland pubblica, con la sua etichetta Via Satellite, un’antologia di brani del BBC Radiophonic Workshop: Music From the Tomb of the Cybermen. Nel disco trova spazio anche “Doctor Who”, celebre sigla del programma e brano iconico della compositrice. In cambio, Derbyshire dona a Mulholland due partiture inedite, rielaborate, in seguito, dal musicista negli album Three Antennas in a Quarry del 2019 e Cambridge Calling del 2020. In sostanza, la riscoperta della produzione del BBC Radiophonic Workshop e dei White Noise è determinante sia per Mulholland che per Kember. Nel percorso dagli Spacemen 3 in avanti, Kember accantona le chitarre Vox per i sintetizzatori EMS. E sostituisce nel suo pantheon personale Brian Jones con Delia Derbyshire. D’altro canto, la sigla Mount Vernon Arts Lab allude forse allo studio fotografico responsabile della copertina dell’LP Their Satanic Majesties Request. Ma con quella ragione sociale, Mulholland dà alle stampe, nel 2001, un omaggio alle sonorità di “Doctor Who”. In bilico tra esoterismo e psicogeografia, The Seance at Hobs Lane anticipa la produzione della Ghost Box.

Nel 2021, a vent’anni di distanza dal suo lavoro più importante, Drew Mulholland realizza l’album Sydelia Jones. Nel testo di contorno, il musicista immagina una possibile collaborazione di Delia Derbyshire, Brian Jones e Syd Barrett nel 1967. In effetti, all’epoca della Swinging London, Jones frequenta, in rappresentanza dei Rolling Stones, gli studi del BBC Radiophonic Workshop. E grazie a Derbyshire, approfondisce il funzionamento degli oscillatori. Barrett, invece, visita il laboratorio, solo una volta. E in quell'unica occasione, viene subito spedito, insieme al resto dei Pink Floyd, nel magazzino della Unit Delta Plus. I suoi compagni sono, infatti, interessati ai prototipi di sintetizzatore assemblati da Peter Zinovieff. D’altra parte, Jones e Barrett non entrano in contatto tra loro e proprio nel 1967 si avviano verso l’estromissione dai rispettivi gruppi. Nella cornice di Sydelia Jones, Mulholland mischia, quindi, ipotesi verosimili e illazioni fantasiose. Ma a prescindere dalle forzature filologiche, mette al centro del discorso tre sperimentatori usciti di scena all’improvviso e rimasti nell’immaginario per sempre. In particolar modo, la coppia Jones-Derbyshire incarna al meglio il sogno interrotto della Swinging London. E al contempo riconcilia due polarità antitetiche ma complementari del percorso di Kember e Mulholland. L’hauntology nasce, in fondo, dal tentativo di raccogliere l’eredità di Derbyshire e Jones. E le due figure, fragili e incompiute, aleggiamo come fantasmi meravigliosi alle soglie della Ghost Box.

Bill Bissett e Mandan Massacre: tra poesia e rumore

Bill Bissett e Mandan Massacre: tra poesia e rumore

Voices of Packaged Souls: l'esordio di Suzanne Ciani tra avanguardia e sonorizzazione

Voices of Packaged Souls: l'esordio di Suzanne Ciani tra avanguardia e sonorizzazione