Edwina Biglet and the Miglets: all'alba del synth pop

Edwina Biglet and the Miglets: all'alba del synth pop

Nel 1972, a nome Edwina Biglet and the Miglets esce, per la RCA, il 45 giri “Thing/Vanessa's Luminous Dog Coat”. In realtà, la sigla bizzarra nasconde un progetto estemporaneo. E la mente dell’operazione è il compositore, arrangiatore e produttore britannico Jonathan Hodge. Reduce dalla realizzazione della colonna sonora del film Villain di Michael Tuchner, nel 1972 Hodge produce le sonorizzazioni di Embassy di Gordon Hessler e Z.P.G. di Michael Campus. Ma trova il tempo per dare alle stampe uno strano singolo, in bilico tra novelty music e synth pop. La protagonista del progetto è la segretaria di Hodge: Vanessa. Per l’occasione, l’impiegata veste i panni del personaggio di fantasia Edwina Biglet. E in “Thing” descrive una “cosa” in suo possesso in maniera così vaga da rendere impossibile comprendere di che si tratti. In tutta risposta, una voce maschile, grottesca ed effettata, continua a elencare le caratteristiche dell’oggetto misterioso. E neppure il coro, a cui viene assegnato il ritornello, svela l’enigma. Parodia surreale di un jingle pubblicitario, “Things” è caratterizzata da un uso massiccio del sintetizzatore. La stessa intuizione viene portata avanti in “Vanessa's Luminous Dog Coat”, uno strumentale ispirato al cappottino del cane della segretaria. Il 45 giri non ottiene il risultato sperato forse per la possibile presenza di un’allusione sessuale in “Thing”. E così la versione di “Son of My Father” dei Chicory Tip diventa il primo successo di classifica con una parte al Moog così determinante.

 

Nel 1972, a nome Edwina Biglet and the Miglets esce, per la RCA, il 45 giri “Thing/Vanessa's Luminous Dog Coat”.

 

Willie Joe Duncan: l'elettrificazione del monocordo

Willie Joe Duncan: l'elettrificazione del monocordo