La pianificazione originale di Red Rose Speedway di Paul McCartney come album doppio e il suo ridimensionamento

La pianificazione originale di Red Rose Speedway di Paul McCartney come album doppio e il suo ridimensionamento

Nel 1972, per la prima volta dal 1963, Paul McCartney non pubblica nemmeno un LP: durante la sua quasi decennale carriera, in gruppo o da solo, ha sempre dato alle stampe almeno un album all'anno. Ma a seguito dell'esordio fallimentare con Wild Life, gli Wings, con il membro aggiunto Henry McCullough, lanciano sul mercato solo tre 45 giri, nel corso del '72. "Give Ireland Back to the Irish", in versione cantata e strumentale, è una poco riuscita presa di posizione politica a favore della causa nordirlandese e impallidisce in confronto all'efficace "The Luck Of The Irish" di John Lennon. Il secondo singolo dell'anno vede una sconcertante filastrocca per bambini "Mary Had a Little Lamb" come canzone di punta e il pop zuccherino ma ritmato di "Little Woman Love" sul lato B. "Hi, Hi, Hi/C Moon" è, perlomeno uno spensierato divertissement con un brano power-pop, caratterizzato da riferimenti a sesso e droga, sul lato A e un pezzo reggae, con immagini non-sense, sul lato B. Solo con il terzo 45 giri, registrato durante la lavorazione di Red Rose Speedway, si nota un piccolo miglioramento.  

La produzione del periodo patisce quindi, pur in un limitato numero di uscite discografiche, tutti i difetti di McCartney: la difficoltà nell'affrontare in musica le tematiche sociali e la predisposizione alle canzoni per l'infanzia, l'esasperazione del romanticismo diabetico e l'autoindulgenza verso episodi farseschi. A livello di composizione, suono e arrangiamento i tre singoli si collocano sulla strada tra la sciatteria di Wild Life e la cura di Red Rose Speedway. Nel primo caso il metodo spartano di registrazione e la brevità delle sessions non assegnano al disco un carattere grezzo e istintivo ma palesano soltanto i limiti creativi dei brani, poco più che banali abbozzi. Nell'occasione successiva, l'attenzione certosina in studio di incisione non sfiora la perfezione formale ma rende stucchevole il materiale non di prima scelta. Wild Life e Red Rose Speedway sembrano le brutte copie rispettivamente di McCartney e Ram, non riuscendo ad eguagliare la semplicità comunicativa dell'esordio da solista e la raffinatezza qualitativa del secondo disco e delineando in questo modo lo stile degli Wings.

Dalla fine della parabola dei Beatles, McCartney da una parte nutre la voglia di sperimentare con nastri, tastiere elettroniche e sovraincisioni, fondendo i brani tra loro. D'altro lato sente l'esigenza di comporre in maniera tradizionale, rimanendo ancorato alla forma classica della canzone e incidendo tutto in presa diretta, con strumenti convenzionali e senza trucchi. Oscillando ciclicamente tra l'ambizione a replicare Sgt Pepper e Abbey Road, e il ripiegamento verso il modello di certi brani del White Album e dell'originaria pianificazione del Get Back Album, nel corso del 1972 McCartney incide Red Rose Speedway, animato da una vocazione alla complessità assente in Wild Life. Le sessions di Red Rose Speedway si tengono nel 1972 tra Los Angeles e Londra, prima e dopo il tour dell'anno e ripescano fortemente dal materiale accantonato da Ram. Saltando a piè pari lo sfortunato esordio degli Wings, McCartney cerca, invano, di riallacciare le fila del discorso interrotto e realizzare un nuovo album all'altezza delle aspettative, almeno per eclettismo e architettura del prodotto. 

Inizialmente Macca vorrebbe registrare un album doppio ma l'etichetta respinge il progetto per la mancanza di fiducia nel materiale del musicista. McCartney, prima del censorio veto della casa discografica, propone ben due tracklist differenti dell'opera in cantiere, stilate rispettivamente a fine 1972 e inizio 1973. In entrambe le scalette si aggiungono, ai brani salvati nella versione definitiva, scialbe ballate romantiche, soft rock trascurabili e due episodi minori poi riciclati sul retro di 45 giri. Il ridimensionamento del prodotto, funzionale al ripiegamento su un singolo LP, riduce naturalmente il numero di tracce, costringendo McCartney a sacrificare sia pezzi nuovi che rielaborazioni di demo precedenti. Vengono tagliati dall'edizione definitiva il brano di Linda McCartney "Seaside Woman" e il contributo di Denny Laine "I Would Only Smile", trasformando un progetto almeno in parte corale in un'opera più legata alla creatività del leader. Red Rose Speedway esce, non a caso, a firma Paul McCartney & Wings e sfoggia il solo volto di Paul sulla copertina dell'artista pop Eduardo Paolozzi e del fotografo Alan Jones.

La differenza principale tra le due ipotesi bocciate consiste nella presenza di "The Mess", nella prima bozza e l'inserimento di "Meddley" nel secondo elenco. "The Mess", lasciato inedito nella sua foggia originale ma pubblicato in una versione live come lato B di "My Love", è un rock'n'roll grintoso e riuscito. "Meddley", salvato nell'edizione definitiva, è un collage di canzoni differenti: l'espediente non rinverdisce i fasti degli ultimi Beatles ma neppure la valida prova di Ram. Dalle sedute d'incisione del suo capolavoro da solista, tuttavia McCartney ripesca tre canzoni: "Get On the Right Thing", "Little Lamb Dragonfly" e "Big Barn Bed" sono infatti scarti dell'album del "montone", come altrettanti lati B di 45 giri del periodo, "Little Woman Love", "I Lie Around" e "Country Dreamer". "Get On the Right Thing" viene inserita nella sua veste originale, "Little Lamb Dragonfly" si giova di sovraincisioni e "Big Barn Bed" è oggetto di una nuova registrazione. "I Lie Around" e "Country Dreamer", pensate in entrambe le tracklist dell'album doppio, sono pubblicate solo sul retro dei singoli. 

Gli scarti di Ram sono coerentemente di qualità inferiore rispetto al materiale dato alle stampe sull'album di Paul & Linda. Si tratta di episodi secondari in partenza, elevati in Red Rose Speedway, a pezzi maggiori a causa dell'esiguità del contesto. Le due nuove composizioni migliori, sornione ma di classe, sono "Single Pigeon" e "When the Night", con il pianoforte e la voce di Paul al centro della scena. Il pezzo più celebre del disco è invece "My Love", ballata romantica dedicata a Linda e successo internazionale su 45 giri. McCartney, sempre diviso tra canto e tastiere, incide il brano di punta in studio con un'orchestra dal vivo e con Henry McCullough alla chitarra solista. Nonostante l'efficacia comunicativa e la fortuna commerciale, "My Love" presenta il difetto principale del McCartney solista, avviluppato in immagini sdolcinate e ingabbiato in melodie stucchevoli. Il brano tributo alla sua compagna rappresenta il tentativo poco riuscito da parte di Paul di realizzare una risposta a "Something" di George Harrison, la meravigliosa canzone d'amore per band e orchestra di Abbey Road.

All'esatto opposto del roboante sentimentalismo del pezzo più celebre, si trova il brano più insolito del disco e sicuramente più interessante. "Loup (1st Indian on the Moon)" è uno strumentale che riecheggia, in modo incrociato, i pezzi ispirati alla cultura degli indiani d’America come "Apache" degli Shadows e gli esperimenti arditi di space-rock dei Pink Floyd post-Barrett. La miscela riuscita tra atmosfera siderale e ambientazione da far west trasforma la traccia secondaria nella perla più lucente dell'opera. McCartney non è ancora riuscito a liberarsi dallo spettro dei Beatles e si rapporta ad Abbey Road come modello, attingendo dal suo ideale proseguimento: Ram. Allo stesso tempo cerca di confrontarsi con il gruppo del momento alle prese con la registrazione di The Dark Side of the MoonLinda e Paul partecipano alle sedute di registrazione dell'album dei Pink Floyd, rispondendo ad alcune domande durante un'intervista registrata ma i loro contributi vengono scartati perché considerati troppo artefatti e privi di spontaneità. 

Denny Laine e Henry McCullough sostengono che il passaggio dal doppio LP al disco semplice abbia in qualche modo compromesso il progetto, privandolo della sua architettura primigenia e della sua varietà compositiva. Ma in realtà anche le due scalette iniziali non sono esenti da vistosi limiti. In ogni modo, Red Rose Speedway, così come viene pubblicato ad inizio 1973, pare soffrire di alcuni difetti dei singoli dell'anno precedente: "Power Cut", porzione del meddley finale, si muove in modo poco convincente sul tema sociale del lavoro in miniera e "One More Kiss" abbonda in sentimentalismo stucchevole. Red Rose Speedway si assesta per il resto sullo standard qualitativo del singolo "Hi, Hi, Hi/C Moon", confezionando pezzi minori ma gradevoli, con pochi picchi di qualità e qualche scivolone di troppo. Il patchwork finale, "Medley", posto in fondo al secondo lato come in Abbey Road, è il punto più debole del disco e consiste in una deludente giustapposizione, priva di guizzi creativi, di quattro canzoni insipide: la riuscita operazione collagistica di Ram è lontana anni luce.

In realtà anche "Little Lamb Dragonfly" sul primo lato è un patchwork composto da tre sezioni fuse assieme: la prima e l'ultima con lo stesso tema e la parte centrale con una seconda melodia. "Little Lamb" e "Dragonfly" sono quindi due pezzi indipendenti incastrati alla perfezione in un'unica traccia, pensata inizialmente per la colonna sonora del cartone animato di McCartney Rupert and the Frog Song. Nei tre pezzi risalenti a Ram suonano altrettanti chitarristi differenti:  Hugh McCracken in "Little Lamb Dragonfly", David Spinozza in "Get On the Right Thing" e Denny Laine in "Big Barn Bed". "Little Lamb Dragonfly" è posta alla fine del primo lato nella stessa posizione occupata in Abbey Road, da "I Want You", il brano più lungo e sperimentale della prima porzione del disco. I due medley non sono gli unici brani tesi a ricalcare la struttura dell'ultimo album registrato dai Beatles: "My Love" infatti non è solo una canzone d'amore caratterizzata da un arrangiamento per orchestra e chitarra elettrica come "Something" ma è collocata come seconda traccia del primo lato, come il pezzo di Harrison

In sostanza l'album patisce l'autoindulgenza verso episodi minori e la mancanza di canzoni forti. Il produttore Glyn Johns lascia presto il suo incarico nelle mani di McCartney a causa dell'insofferenza nei confronti della fattura risibile del materiale e di un approccio musicale dilettantesco, influenzato dal consumo di marijuana. Linda alle tastiere, Denny Laine e Henry McCullough alle chitarre e Denny Seiwell alla batteria non sembrano una band ma i turnisti di McCartney. Le tracce risalenti a Ram, con i contributi di David Spinozza e Hugh McCracken, consistono di fatto in brani secondari e le nuove composizioni non sono di certo memorabili. La collaborazione con Alan Parsons, come ingegnere del suono, e la vicinanza ai Pink Floyd influenzano poi solo l'eccentrico strumentale. La scelta dell'accoppia di "My Love" e "The Mess" nella versione live come due lati dell'unico 45 giri di contorno è infine significativa. Da una parte si punta sul pop melodico e commerciale, dall'altro si impiega come lato B un roccioso brano rock, lasciato colpevolmente inedito su disco, nella veste originale. 

Gli altri due brani rock esclusi dall'edizione ufficiale di Red Rose Speedway, "Best friend" e "Night Out", sono maggiormente ascrivibili al graduale mutamento dell'approccio di McCartney alla musica veloce e ritmata, che viene progressivamente glassata e patinata. Lontani i rock sanguigni e spartani di McCartney ma pure i rock-pop di Ram ancora in splendido equilibrio tra gli echi della Sun Records e i sapori di Abbey Road. Con gli scarti di Red Rose Speedway si anticipa il nuovo corso inaugurato con Band on the Run, disco apprezzato da critica e pubblico. I pezzi rock diventano dolciastri e plasticosi, in una terra di mezzo tra il glam di Sweet e Slade e il bovver bubblegum di Jook e Hammersmith Gorillas. McCartney, a metà strada tra Marc Bolan e Elton John, paradossalmente sembra muoversi sulla scia di Badfinger e Move, due band debitrici ai Beatles nella creazione di brani antesignani del power-pop, frutto di miscela sapiente di melodie e schitarrate. E la foto di copertina che ritrae Paul con una rosa in bocca vicino ad una moto sembra il simbolo di questa coniugazione degli opposti.

Nonostante i Badfinger nella seconda metà degli anni '60, siano stati messi sotto contratto dalla Apple e prodotti da McCartney, all'atto di fondazione degli Wings, la scelta del nuovo partner musicale di Paul, dopo lo scioglimento dei Beatles, non ricade su Peter Ham ma su Denny Laine. L’ex chitarrista dei Moody Blues si sa muovere sul terreno del pop ampolloso e orchestrato e con la breve esperienza dell’Electric String Band anticipa la formula della Electric Light Orchestra. Dagli esordi con Bev Bevan sotto la sigla Denny Laine & the Diplomats al tentativo di creare il supergruppo Balls, con Trevor Burton, Laine incrocia a più riprese i Move e i Beatles. McCartney lo osserva con attenzione da anni quando lo sceglie come compagno di avventura ad inizio anni '70, valutando vantaggiosi i suoi pregi musicali ma anche i suoi difetti creativi. Laine non è Lennon, né dal punto di vista della genialità artistica né sotto il profilo del carisma personale e anche per questa ragione diventa la spalla solida ma modesta di McCartney, portando gli WIngs in lidi più vicini ai Bay City Rollers che ai Beatles

Il sodalizio con Laine influisce non poco sulla scrittura e sul gusto di McCartney, non esente da pecche di partenza. Le sbandate verso la filastrocca sciocca e la muzak buonista, il vaudeville datato e il siparietto comico, durante l'epopea dei Beatles, vengono ridimensionate dagli altri membri della band e riequilibrate grazie al resto del materiale. Le stranezze kitsch e demodé di Paul concorrono così a dare vita ad una varietà unica nella storia del pop. Privo dei veti dei colleghi ma anche dei diktat del produttore, McCartney sceglie un collaboratore in linea con le sue inclinazioni deleterie a ricoprire un ruolo di puro comprimario e getta così le condizioni per smantellare qualsiasi argine alla sua parte di produzione più discutibile. Nel caso di Red Rose Speedway se le dure osservazioni del produttore Glyn Johns non intaccano la fiducia nelle composizioni, è la dirigenza EMI a porre un freno all'autoindulgenza di Paul. Ma costretto a sfoltire la scaletta e a trasformare il progettato album doppio in un semplice disco singolo, Macca compie ulteriori errori di valutazione nella riscelta dei brani. 

Tra "Hi, Hi, Hi" e "Jet", McCartney piazza poi un vero e proprio successo: "Live and Let Die", la canzone orchestrata da George Martin per la colonna sonora del film di James Bond viene incisa durante la lavorazione di Red Rose Speedway ed è composta da più sezioni combinate. Al netto dell'involuzione nell'ambito della scrittura pop e del mutamento dell'approccio al rock'n'roll, con la pur azzeccata "Live and Let Die", McCartney approda anche ad una nuova modalità di accostamento e incastro di frammenti di brani, pratica largamente impiegata nel successivo Band on the Run. Se i collage di Abbey Road e Ram, con le canzoni compenetrate e consequenziali, mantengono una certa dose di follia e casualità , in Band on the Run sembrano più artificiosi e studiati e tendono ad eccedere in sfumature incrociate e riproposizioni di temi precedenti. Nonostante per la maggioranza dei critici, la fase post-Red Rose Speedway rappresenti la porzione migliore della carriera di McCartney, il suono, il piglio e la natura dei brani dei primi due dischi da solista rimangono più freschi e preveggenti. 

 

 

 

Paul McCartney & Wings pubblicano Red Rose Speedway nel 1973 come album singolo. Le due tracklist del pianificato album doppio sono state stilate a fine 1972 e ad inizio 1973. 

 

 

 

 

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