Paint: la tautologia in Jannis Kounellis

Paint: la tautologia in Jannis Kounellis

Nel 1965, l'artista Jannis Kounellis realizza un quadro tautologico Senza titolo, spesso chiamato con la sola parola riportata sull'opera stessa: "paint". Si tratta di un dipinto con una banda orizzontale nera nella parte inferitore, una porzione più grande e chiara nella porzione superiore, con una lieve ombreggiatura e il termine vergato lievemente in diagonale. Se a metà degli anni '60, Billy Apple, On Kawara, Roy Lichtenstein e Sol LeWitt hanno già realizzato, in modo sporadico, opere tautologiche su una singola caratteristica della stessa, è Ben Vautier ad aver effettuato molte variazioni sul tema. Ben infatti ha realizzato, tra la fine degli anni '50 e la metà dei '60, tele con informazioni referenziali riguardanti date, dimensioni, supporti, materiali e colori.

Kounellis con Senza titolo, crea una tautologia con un'estetica simile a quella impiegata negli stessi anni da Ed Ruscha nei suoi quadri con le scritte. Nello stesso anno dipinge una manciata di tele, non autoreferenziali, ancora più simili a quelle dell'artista pop: "Giallo", "Vieni", "Notte" e "Bar" sono alcune delle parole tracciate sui dipinti dell'epoca. Nel medesimo periodo, Joseph Kosuth, in maniera più costante e reiterata rispetto al collega italiano, nell'ambito della sua ricerca estetica e filosofica di ascendenza rigorosamente duchampiana, inizia a realizzare le prime celebri tautologie. Kosuth non impiega soltanto il mezzo pittorico ma anche neon e vetro, fotografie e oggetti, in un rapporto di filiazione diretta con il Sol LeWitt di Red Square, White Letters del 1962.

Sottolineate le analogie con Ruscha e LeWitt, Kounellis, per la sola opera in questione, e Kosuth, per gran parte della sua produzione, sono quindi debitori alla dirompente ma metodica esperienza di Ben Vautier. Per la verità, nonostante Ben abbia realizzato i primi esperimenti in questo settore nel 1958, arriva proprio nel biennio '65-'66 ad esaurire ogni possibilità del genere. Si può dire quindi che Ben porti a compimento il suo percorso, nel momento in cui Kosuth e Kounellis muovono i primi passi nella stessa direzione. Al netto del primato cronologico, l'artista francese si distingue dai due colleghi per il carattere ludico delle sue operazioni, in piena consonanza con lo spirito irriverente e divertito di Fluxus e del rivale Piero Manzoni, non a caso ispiratore dell'Arte Povera.

 

 

 

Jannis Kounellis realizza Senza titolo anche conosciuto come Paint nel 1965.

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