L'occasione mancata: i Jook tra glam e pub rock

L'occasione mancata: i Jook tra glam e pub rock

A Londra, nel 1971, Ian Kimmet e Trevor White alla chitarra e alla voce, Ian Hampton al basso e Chris Townson alla batteria formano i Jook. Il manager della band John Hewlett proviene, come Chris Townson, dai John's Children. All’epoca della psichedelia, Trevor White, già membro dei A-Jaes, viene preso in considerazione come possibile sostituto di Marc Bolan ma i John’s Children si sciolgono prima del rimpasto di organico. Dopo la fine di quell’esperienza, John Hewlett archivia le velleità artistiche e si dedica all’attività manageriale. Negli uffici della società B. Feldman & Co, incontra il produttore Ian Kimmet e lo presenta al chitarrista Trevor White. E così il primo produce al secondo il 45 giri dimostrativo “Noel Highway/Prodigal Son”, stampato nel 1970, a nome Indigo Jones, dalla Columbia. I due musicisti trovano una buona sintonia e si trasferiscono a Oxnam, in Scozia, per provare a scrivere canzoni insieme. Proprio durante la permanenza in Scozia, vengono reclutati Ian Hampton al basso e Alan Pratt alla batteria. Ma di ritorno a Londra, Chris Townson subentra in formazione a causa delle defezione del primo batterista. Sull’origine del nome della band le versioni discordano: secondo alcuni la parola “jook” è ispirata a John Hewlett dalla canzone “Duke of Earl”, secondo altri è suggerita a Rob Dickins del gioco di parole “Jook Joint/Duke of Edinburgh”. In ogni caso, il manager si dimostra all’altezza della situazione e riesce ad ottenere un’audizione con Mike Everitt e un contratto con Mickie Most. Inizia così la carriera dei Jook.

A Londra, nel 1972, la band si esibisce regolarmente nel teatro Sundown di Edmonton e presto apre i concerti di Wizzard, Faces e Brinsley Schwarz. Nel giro di qualche mese, si crea un certo seguito. Tra il 1972 e il 1974, i Jook danno alle stampe cinque 45 giri per la RCA Victor: “Alright With Me/Do What You Can” nel 1972, “Shame/City and Suburban Blues”, “Oo Oo Rudi/Jook's on You” e “King Capp/Rumble” nel 1973, “Bish, Bash, Bosh/Crazy Kids” nel 1974. Dietro ai mixer di studi differenti come gli Island Studios e gli Olympic Studios si alternano, insieme ai membri e al manager della band, John Porter, Steve Rowland e John Burgess. Nonostante il continuo cambio di tecnici e apparecchiature, il suono della band rimane il medesimo, duro e dolce allo stesso tempo. I due compositori principali, Kimmet e White, confezionano, invece, brani, sempre più commerciali. Ma nessuno dei singoli riesce a entrare in classifica. Durante il loro breve percorso, i Jook si muovono, tra glam e pub rock, rielaborando lo stile mod ma omaggiando la sottocultura rudie. Con i pantaloni scampanati e le magliette sportive, i membri della band sfoggiano, infatti, il particolare tipo di abbigliamento diffuso tra i boot boys del periodo. “Oo Oo Rudi”, la canzone più autocelebrativa del lotto, racconta, per l’appunto, l’adesione del gruppo a un immaginario estetico e sociale affine ma distinto da quello skinhead. Sul piano musicale, i Jook, in bilico tra Slade e Dr. Feelgood, riecheggiano i primi Who e influenzano i coevi Bay City Rollers.

Il progetto di White e Kimmet si trova a dividere la scena con altri gruppi rimasti nell’ombra come Hammersmith Gorillas e Hector, Iron Virgin e Crunch. In questa schiera, i Jook rappresentano, senza dubbio, la realtà più interessante, sia dal punto di vista rock che pop. Se le melodie cristalline e i riff granitici rendono il loro piccolo canzoniere un inventario entusiasmante di power pop, la band non riesce, negli anni di attività, ad arrivare alla pubblicazione di un LP. D’altra parte, il sogno del successo sfuma in un paio d’anni. Nel 1974, naufraga l’ipotesi di un tour di spalla agli Sweet, a causa del ricovero di Brian Connolly, a seguito di una rissa. Intanto i Bay City Rollers maturano una notorietà dilagante, ispirandosi, dal punto di vista musicale e scenico, ai protetti di Hewlett. Dal canto loro, i Jook entrano in studio ai R.G. Jones di Wimbledon e incidono altro materiale. Ma le nuove canzoni rimangono nei cassetti per mancanza di fiducia da parte dei discografici. La parabola discendente è ormai alla fine. Sempre nel 1974, White e Hampton si uniscono agli Sparks. Hewlett, manager anche di Ron e Russell Mael, dopo aver ipotizzato la fusione delle due formazioni, smembra la prima per rinsaldare la seconda. E il crescente interesse per gli Sparks è una forte concausa del fallimento del progetto. A quel punto, Townson entra nei Jet, Kimmet si ritira e i Jook si sciolgono. Ma i cinque singoli pubblicati sono sufficienti a non lasciar derubricare l’esperienza dei quattro musicisti a una semplice occasione mancata.

I Jook pubblicano per la RCA Victor cinque 45 giri “Alright With Me/Do What You Can” nel 1972, “Shame/City and Suburban Blues”, “Oo Oo Rudi/Jook's on You” e “King Capp/Rumble” nel 1973, “Bish, Bash, Bosh/Crazy Kids” nel 1974.

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