Hop Wilson: blues e rock'n'roll tra glissati alla lap steel e versi di animali

Hop Wilson: blues e rock'n'roll tra glissati alla lap steel e versi di animali

Harding Wilson, soprannominato Hop, è un bluesman texano, originario di Grapeland ma attivo a livello discografico tra Houston e Lake Charles in Louisiana, tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60. Responsabile in vita solo di una manciata di singoli, riesce a rivestire un ruolo degno di nota nell’ambito del Texas blues restando però ai margini della scena musicale della Louisiana. Wilson impara a suonare la chitarra e l’armonica per poi passare alla lap steel all’età di diciotto anni. Nonostante il suo soprannome Hop sia una deformazione della parola “harp” e derivi dalla sua iniziale ossessione per lo strumento a fiato, con la maggiore età si dedica principalmente alla chitarra di origine hawaiana e rimane influenzato dal western swing, sottogenere del country. Wilson suona abitualmente nei locali di Houston ma la chiamata alle armi durante la seconda guerra mondiale interrompe momentaneamente la sua carriera. Al ritorno dall’esercito, si esibisce dal vivo con King Ivory Lee Semien alla batteria e Ice Water Jones al basso e nel 1957, durante il tour con la sua band, come altri musicisti texani, trova casa alla Goldband Records di Eddie Shuler a Lake Charles, Louisiana.

Nel 1958, per la casa discografica di Shuler, vengono stampati due 45 giri di Wilson. Il primo singolo “Chicken Stuff/That Wouldn't Satisfy”, con un intrigante semi-strumentale sul lato A e un blues lento sul lato B, esce a nome Hop Wilson and His Two Buddies. La lap steel caracollante è la protagonista indiscussa di entrambi i brani e le corde dello strumento creano un’atmosfera inedita nel genere. “Chicken Stuff”, in particolar modo, rappresenta il pezzo più pregiato e innovativo dell'intera produzione del musicista. L’esigua prova vocale consiste nella semplice pronuncia del titolo del brano, come d’abitudine nei pezzi surf del periodo, e si coniuga all’inserimento ad hoc del verso dei polli, caso raro per l’epoca. I due ragazzi della ragione sociale sono Semien e Jones che accompagnano Wilson solo in questa prima pubblicazione. Successivamente Siemen rimane della partita ma Jones esce di scena e con lui si perde la magia. Si affiancano così a Wilson, Elmore Nixon al piano, Clarence Green e Slim Parker al basso, Pete Douglas, Fenton Robinson e Larry Davis alla chitarra, Willie Jackson all’armonica e Henry Hayes al sax ma il rinnovamento dell’entourage non si traduce in crescita artistica.

Dopo il primo singolo non cambiano solo i collaboratori ma anche lo studio di incisione: si passa dai Goldband Studios di Lake Charles agli ACA Studios di Houston. Il secondo 45 giri, accreditato al solo Hop Wilson e ancora pubblicato dalla Goldband Records, è già frutto di una normalizzazione e smarrisce gran parte dei pregi dell’esordio. “Always Be In Love With You/Broke and Hungry” vede la presenza di armonica e piano a sovrastare lo strumento d’elezione del musicista in due blues lenti, privi di particolare interesse e interpretati vocalmente dallo stesso Wilson. Nel 1959 per l’etichetta Trey, a nome King Ivory Lee ma con la partecipazione di Wilson, viene pubblicato il singolo “Rockin In the Cocanut Top/Fuss Too Much”, con un rock’n’roll veloce e uno lento: in questo caso Semien si occupa del cantato mentre la chitarra è sommersa da fiati e piano e sul lato A anche da versi di scimmia. Nel corso degli anni, “Chicken Stuff” viene ripubblicata a nome Hop Wilson and His Chickens e “Rockin In the Cocanut Top” viene edita, sotto la sigla Hop Wilson and His Blue Steel Guitar, nella versione di Wilson, priva di tutto l’armamentario r’n’b e ridotta a uno stupefacente rock’n’roll ancestrale.

Nel 1960 Wilson firma un contratto per la Ivory di Houston di proprietà del suo batterista Semien. Per l’etichetta dell’amico registra, agli ACA Studios, una serie di brani dati alle stampe su singolo e parecchio materiale rimasto inedito per anni e pubblicato in antologie postume insieme a rari demo precedenti. I tre singoli “I'm A Stranger/My Woman Has A Black Cat Bone”, “A Good Woman Is Hard To Find/I Met A Strange Woman” e “Merry Christmas, Darling/Be Careful With the Blues” escono tra il 1960 e il 1961 a nome Poppa Hop and His Orchestra o Poppy Hop and His Orchestra. La struttura tradizionale dei blues lenti e il loro arrangiamento consueto, spesso con il pianoforte in evidenza, segnano il definitivo tramonto dell’originalità di Hop Wilson: solo la strumentale “Be Careful With the Blues” vede di nuovo la lap steel protagonista indiscussa ma, come in tutti gli altri casi successivi all’esordio, lo strumento è ormai ammansito. Dopo la pubblicazione nel 1962 di due 45 giri di Helen Wilson e Elliott WIlson, probabili parenti del musicista, la carriera di Hop finisce e le uniche uscite discografiche successive consistono in ristampe dei singoli e in raccolte di scarti.

Hop Wilson non suona una normale chitarra hawaiana ma una particolare lap steel a otto corde e due manici, a forma di tavolino come la pedal steel. L’impiego dello strumento hawaiano, tanto raro nel blues quanto frequente nel country, accorda a Wilson un primo motivo d’interesse. La lap steel infatti, nell’ambito della black music, viene suonata soltanto da alcuni predicatori gospel come Lonnie Farris e Willie Eason e da alcuni bluesmen come L.C. "Good Rockin'" Robinson e Sonny Rhodes. Della stessa generazione di Robinson, il chitarrista debutta su disco prima del collega e con una proposta artistica maggiormente originale, fungendo da modello per il più giovane Rhodes. Lo strumento, così poco diffuso fuori dal contesto devozionale, nelle mani di Wilson si spinge in una nuova direzione. Il carattere innovativo dell’attitudine di Wilson si ferma però al primo singolo e alla sua versione di “Rockin In the Cocanut Top”: solo le poche incisioni tribali e disadorne approdano a una ricetta unica e irripetibile. Successivamente le buone doti vocali di Wilson e gli arrangiamenti standard dei suoi collaboratori determinano una capitolazione a schemi più usuali e relegano l’artista al ruolo di comprimario.

Wilson mette in campo uno stile chitarristico spartano ma efficace, caratterizzato dall’uso intensivo della tecnica slide, e sfoggia un repertorio in bilico tra ruralità e rock’n’roll. In sede critica l’approccio allo strumento da parte di Wilson è stato a più riprese paragonato a quello di Robert Nighthawk e Elmore James ma in realtà l’opera del chitarrista presenta più punti di contatto con la produzione di Lightnin' Hopkins e Juke Boy Bonner. Lontano dalla scena di Chicago, Wilson conserva in modo chiaro una matrice sudista dalle venature country blues. La tradizione texana si divide in effetti tra il blues acustico di Blind Willie Johnson e Blind Lemon Jefferson e Leadbelly e il blues elettrico di T-Bone Walker, Freddie King e Albert Collins. Se la prima schiera di artisti si concentra sulla realizzazione di semplici e ritmici brani spirituali e profani, la seconda generazione sposta l’accento sul virtuosismo pirotecnico dello strumentista solista. Wilson sembra collocarsi nella terra di mezzo, tra Lightnin' Hopkins e Clarence "Gatemouth" Brown, tra Goree Carter e Pee Wee Crayton: l’atmosfera rurale si sposa quindi con il desiderio di sperimentare con l’amplificazione, pur a basso voltaggio.

Pezzi di Wilson come “Chicken Stuff” e “Rockin' In the Coconut Top” sembrano incisi in un pollaio come alcuni brani di Hopkins e Brown ma dimostrano una temerarietà pari ad alcune canzoni di Carter e Crayton. Senza poter vantare la discografia a 33 giri dei primi e arrivando in ritardo rispetto agli esperimenti dei secondi, Wilson si ritaglia il suo ruolo secondario ma affascinante. Il materiale del chitarrista non è determinante per l’evoluzione del blues e non può fregiarsi di record nella preistoria del rock’n’roll, eppure rappresenta un unicum nella storia della musica. Il fraseggio irregolare di Wilson, amplificato elettricamente ma basato su stilemi rurali, ha nelle sonorità della strana lap steel a doppio manico e otto corde il suo punto di forza e il suo elemento di originalità. Oscillando tra il country blues e il rock’n’roll, la sua piccola produzione influenza, nel corso dei decenni, artisti del calibro di Johnny Winter e Jimmy Vaughan, Ron Wood e Albert Collins. In particolar modo Sweet Funky Steel del 1973, un disco strumentale interamente suonato alla lap steel da Freddie Roulette, sorta di monumento in vinile allo strumento, sarebbe impensabile senza la lezione di Hop Wilson.

 

Harding Wilson, detto Hop, Poppy Hop e Poppa Hop, è nato nel 1921 o nel 1927 a Grapeland e morto nel 1975 a Houston.

 


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