Mario Ceroli trasforma la bocca della verità in un letto

Mario Ceroli trasforma la bocca della verità in un letto

Mario Ceroli, nel corso degli anni '60, dà il suo particolare contributo al movimento dell'Arte Povera con la creazione di sagome in legno, principalmente raffiguranti corpi umani di profilo, spesso replicati in massa. In un numero inferiore di casi, le assi ritagliate rappresentano oggetti come automobili o cartine geografiche e simboli come stelle stilizzate o semi del gioco delle carte. Ispirato all'esperienza monocromatica di Louise Nevelson più che alla produzione coloratissima di Joe Tilson, non dipinge il materiale ma lo utilizza nella sua foggia naturale. Ceroli, anticipando la tendenza citazionista, realizza anche opere dedicate ad altri artisti: costruisce i Mobili nella valle, una serie di sedie in omaggio al famoso tema metafisico sviluppato su tela da Giorgio De Chirico, e crea la sua versione dell'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci

Nel suo processo creativo, Ceroli affianca quindi le figure umane agli elementi oggettuali e l'esemplarità classica alla quotidianità moderna. Nel 1974 compie però un passo in avanti, contaminando l'alto con il basso, l'omaggio alla tradizione e la sensibilità da designer. Ceroli intaglia un letto con la forma de La bocca della verità, la scultura di epoca romana murata nel pronao della Basilica di Santa Maria in Cosmedin a Roma. L'operazione è doppiamente interessante: l'artista realizza una copia semplificata e su un differente supporto di un'opera del passato e la trasforma in un oggetto di arredamento. A metà anni '70 la Trasvanguardia è alle porte e il ripiegamento verso la pittura sta per contrastare la coda sterile del concettualismo. In questo contesto Ceroli si rende autore di uno dei primi esempi di scultura post-moderna in italia.

Molto probabilmente, in epoca romana, la versione originale del mascherone era semplicemente un tombino, adagiato al suolo orizzontalmente: la famosa fessura sarebbe quindi inizialmente funzionale al deflusso dell'acqua. Una volta posta in piedi e investita da un'aurea magica durante il medioevo, la stessa pietra è diventata, secondo la leggenda, capace di stabilire bugie e verità, grazie al semplice inserimento della mano nella fenditura. Ceroli, con la sua riedizione in legno della celebre scultura, riconduce quindi l'oggetto nuovamente ad una finalità pratica: questa volta il riposo. Ma poiché l'opera presa a modello veniva impiegata, tradizionalmente, per smascherare menzogne e tradimenti in ambito amoroso, l'inserimento, nella struttura del talamo, proprio di un simulacro di quel volto oracolare, sembra teso a impartire alla coppia un monito sulla fedeltà coniugale.

Forse solo Cassa Sistina, tra i progetti in legno di Ceroli, precorre lo stilema de La bocca della verità. Nel 1966 il poverista realizza una grande cassa con all'interno i personaggi in legno dell'affresco della Cappella Sistina di San Pietro. Come Marcel Duchamp, con la Boîte en-valise, aveva posto in scatola alcune riproduzioni in miniatura dei suoi quadri e dei suoi ready made principali, così Ceroli impiega un grande contenitore di legno per custodire le sagome dei protagonisti del celebre dipinto di Michelangelo. Nell'installazione si affiancano vari temi: l'allusione al trasporto delle sculture classiche e il tentativo di scomposizione della creazione altrui, la paranoia per la tutela dei reperti storici e il destino di museificazione per l'arte davanguardia, la pulsione a fare i conti con il passato e la voglia di dare vita ad un ambiente interattivo. 

Il resto della produzione in legno di Ceroli, diviso tra raffigurazioni di corpi e repliche di oggetti, non riesce a raggiungere la stessa forza comunicativa de La bocca della verità e a rivestire il medesimo ruolo spartiacque. Il potente declassamento del bassorilievo da simbolo della comunicazione con il divino a spalliera di un letto si caratterizza per un emblematico mischiamento di arte e design, classico e moderno. Se in Cassa Sistina Ceroli mette in scena un sentimento di amore e protezione verso la tradizione classica, ne La bocca della verità trasporta in modo beffardo il nobile modello antico nella realtà quotidiana e lo investe di una nuova funzione. Nell'epoca di faglia tra la lenta fine dell'esperienza delle avanguardie e la graduale affermazione del cosiddetto "ritorno all'ordine", La bocca della verità di Ceroli rappresenta una delle prime creazioni compiutamente "contemporanee".

 

 

 

 

 

Mario Ceroli realizza in legno il letto La bocca della verità nel 1974.

Paint: la tautologia in Jannis Kounellis

Paint: la tautologia in Jannis Kounellis

Joseph Cornell: tra i collage di Max Ernst e i poème-objet di André Breton

Joseph Cornell: tra i collage di Max Ernst e i poème-objet di André Breton