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Consultate pincopanco soltanto se ritenete fondamentale il superfluo e imprescindibile il futile.
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1, “Checcucci piciu”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Ferrania, foto di Elisa Ferraro.
Si tratta di una torretta dell’Enel tra Vispa e Ferrania. Primo di una lunga serie di graffiti denigratori nei confronti della mia persona. Da qui è partito tutto. Il classico “Checcucci piciu” che negli anni diventerà prima un simpatico tormentone e poi un vero e proprio soprannome. “Piciu” significa “scemo” in dialetto piemontese, ma è un insulto tenero e affettuoso. E’ l’equivalente del “pirla” lombardo. Un appellativo per il quale non ci si può arrabbiare. Da segnalare questo fatto: prima di vergare l’accusa nottetempo, il mio estimatore misterioso ha dato il bianco alla porzione di muro per far risaltare meglio la scritta. Complimenti per la pianificazione.
2, “Checcucci picio”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Millesimo, foto di Samuele Balcon.
“Picio” è una variante di “piciu”. Non so se sia un’italianizzazione della parola dialettale o una grafia alternativa della dolce ingiuria. Non so neppure chi sia il mio calunniatore personale. Non ha mai firmato i suoi capolavori. Non ha mai rivendicato l’affronto. Un sospetto però lo ho da sempre. Sotto la scritta campeggia un disegno raffigurante un pene, vero primo significato della parola “piciu”. E non so neppure se la cosa sia casuale o meno.
3, “Checcucci culo”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Millesimo, foto di Samuele Balcon.
Ecco che in questo caso si passa alla sfera sessuale. In altri graffiti è presente accanto al mio cognome la parola, più politically correct, “gay”. Qui si opta per il gergale “culo”. Più gradevoli esteticamente i graffiti soprastanti ma qui non conta la forma, conta il contenuto. Da rimarcare la presenza di una macchia di fumo sotto il graffito, ad indicare, probabilmente, l’accensione di un fuoco propiziatorio.
4, “Checcucci picio-Checcucci culo”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Millesimo, foto di Samuele Balcon.
In questo scatto si comprende come le due scritte precedenti siano dipinte sui due lati di uno stesso pilone, per la precisione un pilastro dell’autostrada a Monte Cava. E’ carino notare come da un lato ci sia “piciu”, letteralmente l’organo genitale maschile, e dall’altro “culo”. Pregevolezza.
5, “Checcucci Checcucci piciu”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Vispa, foto di Giorgio Bonfiglio.
Qui siamo di fronte ad un pilone della variante di Vispa. Su questo pilastro il mio cognome viene ripetuto due volte come a voler ribadire l’obiettivo della critica costruttiva. Da sottolineare poi come il graffito si sovrapponga ad un’altra opera d’arte raffigurante un occhio, simbolo misterico e massonico. Forse un’ulteriore accusa di stampo complottista?
6, “Ceccucchi piciu”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Carcare, foto di Eros Povigna.
Quella nel mio paese è la scritta più particolare. Ci troviamo al cospetto del palazzetto dello sport di Carcare e l’opera d’arte muraria si può leggere sul muretto esterno della scalinata. Il mio denigratore ha eseguito il graffito a testa in giù e, evidentemente, con il sangue alla testa ha messo l’”h” nel posto sbagliato del mio cognome, storpiandolo totalmente. Ma non c’è dubbio: l’oggetto della polemica resto io. In effetti è difficile mantenere la concentrazione sottosopra. Massima comprensione al mio “nemico”.
7 “Checcucci piciu”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Montemoro, foto di Giacomo Checcucci.
Il classico sfottò si ripete. E le casette dell’enel sono gli sfondi più impiegati per prendermi in giro. Campeggia anche qui il dolce insulto più “abusato”: “Checcucci piciu”. Difficile arrivare sul posto. Non c’è uno spiazzo adiacente alla costruzione. Il mio estimatore misterioso deve aver posteggiato la sua auto ad una certa distanza per arrivare alla casetta e scrivermi questo messaggio pubblico. Grazie per lo sforzo!
8, “Checchucci gay”, vernice spry su cemento, autore anonimo, Maschio, foto di Giacomo Checcucci.
Sulla strada del Cadibona, via di congiunzione tra la riviera e il Piemonte, gli insulti spuntano come funghi sugli edifici dell’Enel. La torretta di Maschio sfoggia un bel “Checchucci gay”. Ecco quindi un altro errore ortografico: l’”h” questa volta è posta tra la “c” e la “u” dove, a regola, in italiano non potrebbe stare. Ma va beh, non facciamo i pignoli. L’importante è l’ispirazione e fondamentale è il contenuto. Apprezzabile il fatto che mi si definisca “gay” proprio su un muro della frazione “Maschio”. Avevo l’idea di farmi fare una foto vicino alla scritta baciando una ragazza ma non l’ho mai fatto. Alla fine non mi offende essere definito omosessuale, tra l’altro con la parola più politically correct possibile. PS In questa foto è presente un altro graffito che potrebbe rappresentare un indizio sull’eventuale sospettato…
9, “Checcucci piciu con Checcucci piciu”
Questo scatto mi immortala, stupito e meravigliato, di fronte al primo graffito, quello di Ferrania. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio. E una risata seppellirà il tomahawk di guerra.